Oggi vi condurró in un luogo affascinante in cui la fantasia sfida la realtà, inchiodandola ad un interessante confronto in uno scenario davvero suggestivo.
Dinnanzi a tutto ció per me è stato naturale, se non inevitabile, lasciare che la memoria si perdesse in un volo pindarico sino al padre della lingua italiana e al suo viaggio infernale.
Ebbene, ci troviamo a Cessaniti, un piccolo paese della provincia di Vibo Valentia, in Calabria, dove esiste un posto a cui la tradizione popolare ha dato il nome di “vucche du diavulu” (bocche del diavolo) o “vucche du ‘mpernu“(bocche dell’ inferno).
Trattasi di fori circolari, cioè di cavità che possono raggiungere anche la profondità di 40 cm.
Da qui fuoriescono delle forti correnti d’aria.
Nel corso dei secoli sono diverse le leggende che si sono tramandate.
La più famosa e accreditata vuole che queste cavità rappresentino la dimora del diavolo che, illo tempore, avrebbe divorato tutto il paese.
Ciò fornirebbe una spiegazione del perché il paese si chiami Cessaniti da ” cessau ” che significa “cessare di esistere”.
Si dice altresí che il diavolo per respirare adoperasse proprio queste cavità.
Ma vanno per la maggiore anche altre due leggende.
Sembra che in tale luogo sia vissuto un mostro di nome Lamia che si nutriva di sangue umano, mentre un’altra credenza popolare pare sostenesse la teoria della presenza di folletti rossi abbastanza cattivelli e dispettosi.
Mi piacciono questi luoghi in cui la natura cerca la complicità delle più fervide fantasie popolari e in cui il fascino del mistero sembra non darsi mai per vinto.
Piera Messinese