Lacci di Daniele Lucchetti

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Con Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Silvio Orlando, Laura Morante, Giovanna Mezzogiorno.

Film di apertura della 77esima edizione della Mostra del Cinema di VeneziaLacci racconta, nel corso di 30 anni, una storia famigliare.

Vanda e Aldo, sono una coppia con due figli piccoli nella Napoli dei primi anni ’80. È un matrimonio che entra in crisi quando Aldo inizia una relazione con la bella e giovane Lidia, interpretata da Linda Caridi. La confessione di questo tradimento fa scatenare un processo di decomposizione dei sentimenti. Nulla sarà più come prima.

I due tornano insieme, e anche dopo trent’anni di matrimonio, il risentimento resta, sia per Vanda che per Aldo, interpretati ora da Laura Morante e Silvio Orlando. I figli, Anna e Sandro,  Giovanna Mezzogiorno e Adriano Giannini, ne subiscono i risvolti, riflettendo sulle ‘conseguenze dell’amore’ e sull’evoluzione negativa dei sentimenti.

Lacci è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2014 di Domenico Starnone, già pièce teatrale nella stagione 2016/2017 sempre con Silvio Orlando.

La dinamica seguita è quella della dipendenza affettiva. I personaggi sono legati fra loro da forti dipendenze emotive che nulla hanno a che vedere con sentimenti reali.

C’è una sorta di resistenza e di sopravvivenza al naturale corso degli eventi, una rabbia che esplode ma mai realmente metabolizzata, celata sotto il tappeto di un adeguarsi alla consapevolezza che tutto cambia. 

Il disamore non è totale, c’è il resto di ciò che rimane dietro la delusione, il sogno infranto, la famiglia, la quotidianità. 

Il regista indugia su volti ed espressioni corporee sopperendo ad una sceneggiatura che pecca a volte di eccesso di retorica. Cast ottimo con La Morante e Orlando bravi ad esprimere la maturità della consapevolezza.

Il loro legame stretto ed irrinunciabile si manifesta anche nei lunghi sguardi con poche parole mentre a Lo Cascio e alla Rohrwacher è affidata la tempesta della delusione e della fine del l’iniziale incanto.

Lucchetti sempre bravo a dipingere le atmosfere familiari, avrebbe potuto forse spingere sul profilo psicologico di alcune dinamiche ma resta comunque un buon risultato per un film che rappresenta anche un quadro sociologico italiano dagli anni ottanta ad oggi. 

Sandra Orlando 

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