La strage degli innocenti

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Sono giornate tristi queste, con troppe tragedie, troppo dolore. Più osservo il mondo e più non mi piace, siamo diventati tutti poco attenti, siamo poco sensibili, non andiamo oltre, oltre un viso, oltre uno sguardo, oltre un sorriso di circostanza, non ascoltiamo più. Non vediamo più oltre il nostro io, sia con chi abbiamo accanto e diciamo di voler bene, sia con il prossimo che è lontano.
Riposa in pace Viviana, donna, mamma, vittima di un mondo che non ti ha capito e aiutato.
Riposate in pace piccoli Gioele ed Evan, piccoli angeli sulla terra, vittime innocenti in modo diverso, di un mondo che non li ha protetti nelle ultime ore, ed ora sono stelle splendenti in cielo.

Sono tanti i bimbi vessati e picchiati fino a ucciderli perché il loro pianto o i loro bisogni disturbano, impediscono di dormire o di fare altro ai genitori. Sono tantissimi i piccoli che muoiono per mano dei compagni di madri spesso complici. I motivi sono di una banalità sconcertante e i contesti in cui maturano sono segnati da droghe o alcol. Ricordiamo il piccolo Gabriel, due anni, strangolato perché la madre e il compagno non riuscivano ad avere un pò di intimità, Mehmet di due anni e mezzo, ucciso dal padre perché, piangeva e non lo lasciava dormire. Leonardo, solo 20 mesi, picchiato a morte dai genitori e sul cui corpicino il medico legale ha rinvenuto segni di violenza inimmaginabili. E via via l’elenco è lungo, e i motivi tutti aberranti.

Queste storie sono tutte uguali, ci sono genitori giovanissimi, sono figli di storie mai nate o che finiscono subito e male. Con i nuovi compagni sbandati, senza lavoro, sempre drogati e violenti.

Come madre ho sofferto tremendamente leggendo queste storie. Ho impiegato sempre tanto tempo e senza riuscirci del tutto, a togliermi dalla mente e dal cuore le varie vicende.

Purtroppo è facile entrare nella mente di un bambino e capire ciò che può avere provato, quale angoscia senza fine può aver vissuto a trovarsi a convivere con qualcuno cosi. Perché il problema più tremendo di queste storie, sono i mesi e le settimane precedenti ai delitti. Quante botte e vessazioni hanno subito senza essere aiutati da nessuno.
Se sono morti tanti bambini in pochi mesi, vuol dire che è in atto un cambiamento pericolosissimo della famiglia, che mette a rischio i più piccoli e più deboli. Vuol dire anche che non esiste più un vicinato, le vicine di una volta che chiedevano cosa stesse succedendo se sentivano i bambini piangere.Tutti chiusi nei loro castelli di carta incuranti dell’altro. Ora esiste un’omertà diffusa, un’indifferenza generale sconvolgente che fino a pochi anni fa non c’era.

Oggi, chiusa la porta di casa, in molte famiglie o pseudo tali è l’anarchia assoluta. Si può torturare un bambino senza che nessuno se ne accorga. Ci sono solo gravidanze non volute, figli parcheggiati in una casa o in un’altra senza nessuna idea di come crescerli, con madri e padri troppo giovani e con donne totalmente succubi di uomini violenti, tanto da non riuscire neanche più a reagire di fronte alla tortura dei propri figli.
La cosa davvero sconvolgente è che alcuni degli uomini violenti imputati in questi casi erano già noti alle forze dell’ordine per precedenti di maltrattamento. Perché abitavano in casa con un bambino?

Non solo, alcune di queste famiglie erano conosciute dai servizi sociali. Esiste un’omertà dei servizi sociali stessi? Sono incapaci di proteggere i bambini? Perché nei Pronto soccorso, dove in precedenza erano stati portati i bambini, non mi riferisco certamente a Gioele, i medici non rilevavano la violenza sui bambini?

Ritorna la contraddizione di uno Stato che per farti adottare un bambino ti esamina mesi e anni e quando invece una donna partorisce un figlio l’abbandona 24 ore dopo il parto, senza neanche sapere dove andrà a finire il bambino. In quasi tutti i Paesi europei c’è una persona specializzata che va a casa dopo il parto e non solo per aiutare la madre nell’allattamento, ma anche per vedere in che situazione si trova la famiglia ed eventualmente fare una segnalazione. E poi non sempre la scuola salva e lo abbiamo visto in tanti casi di bambini che andavano a scuola con evidenti segni di torture, come il piccolo Giuseppe un anno fa ucciso dal patrigno a botte mentre la madre puliva casa e non faceva nulla per fermarlo. Troppe stragi di innocenti, è ora di far qualcosa.

Angela Amendola 

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