La strage degli innocenti

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Il 12 aprile del 1943, Vibo Marina era poco più che un villaggio di pescatori.

Gli abitanti di quel piccolo borgo, non potevano certo immaginare che quella tranquilla giornata di primavera, si sarebbe trasformata in tragedia. Non potevano certo sapere che le truppe anglo-americane, avrebbero, come in un video game, lanciato la morte dall’alto.

La guerra oggi, ci sembra tanto lontana da noi, basta un telecomando per disfarcene, per non  pensarci ma quella data, quella guerra, non si possono scordare premendo un tasto.

Le bombe sganciate colpirono il porto e la ferrovia.

Erano le 17:55 e l’inferno, si scatenò all’improvviso.

Provate ad immaginare: tremende esplosioni, urla, incendi,fumo, crolli,poi il silenzio!

Un silenzio di morte! Fu un bombardamento a tappeto, studiato a tavolino e tra tutto, fu colpito un asilo con i suoi piccoli ospiti, ancora all’interno.

Morirono sette bambini e tre maestre.

Un testimone, allora quindicenne, raccontò che l’allarme era stato diramato, la campana della chiesa aveva scandito i rintocchi che avrebbero dovuto salvare quelle vite innocenti, ma nello stesso momento, chi ne aveva la responsabilità, aveva tranquillizzato tutti, dicendo che non c’era niente da temere.

I bombardieri anglo-americani, decollarono quasi sicuramente dalla base di Malta. Lo scopo della missione era quello di interrompere i collegamenti con la Sicilia, dove stavano affluendo le truppe e gli armamenti, in previsione dello sbarco anglo-americano, effettivamente avvenuto il 10 luglio dello stesso anno.

Le vittime, recuperate da sotto le macerie, furono: Corso Annunziata (7 anni), De Lorenzo Lucia (11 anni), De Lorenzo Rosaria (5 anni), Lenza Giovanna (14 anni), Romano Mariantonia (33 anni), Neri Nicolina, Neri Vincenzo, Neri Anna, Neri Franca (tutti fratelli, rispettivamente di anni 10, 7, 3 anni, di cui l’ultima, sette mesi appena, morta insieme alla madre, Mariantonia Romano).

A perenne memoria, è stata posta su una delle facciate della scuola “Presterà”, costruita sulle macerie dell’asilo caduto sotto i bombardamenti, una lapide in marmo, recante i nomi delle povere vittime civili. 

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