Con l’auspicio di tornare presto a viaggiare in piena libertà, senza barriere, avulsi da timori…
IL VIAGGIO
Quando il viaggiatore abbandona il porto
mira all’eterno come innanzi a un altare,
mai alcun cuore crederà d’esser morto
se ansima in chi s’appresta felice a navigare.
Accade che gli inverni esordiscano col sole,
che l’anima gelata non conosca primavera,
i campi ricamati di gran turco e di viole
poi sfuggono alla vista di chi pensa sia già sera.
Ma solo in quegli istanti
che hanno odore di partenza
il mondo e i suoi colori si palesano alle menti,
ciascuno della vita sembra cogliere l’essenza
sperando non si tratti di ingannevoli momenti.
Brezza, luce, increspature un pò giocose,
Nettuno si compiace di quell’indole sua mite,
lasciandosi alle spalle
quelle rive tristi e ombrose
ognuno, per metà, raggiungerà le mete ambìte.
Gli arrivi,qualche volta,
hanno un non so che d’amaro
si vestono di strane nostalgie
che fanno chiasso,
è come se il viaggio fosse stato così raro
da rendere i ritorni opprimenti come un masso.
Ma quel buon viaggiatore sa che la bellezza
non sta in tutte le cose
che ha veduto in precedenza,
nell’anima sua regna la consapevolezza
che il mondo ormai lo attende
in una prossima partenza.
Lirica tratta dalla raccolta “Aliti inversi” di Maria Cristina Adragna