Il potere della generosità

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Ci sono degli alberi, come il ginepro, il pino e l’abete, che vengono chiamati alberi sempreverdi. Questo perché non perdono mai le foglie.

Questi alberi conservano le loro foglie durante l’inverno perché, nonostante la scarsa luce che ricevono, riescono a compiere la fotosintesi clorofilliana.

Le foglie più piccole dei sempreverdi tendono a cadere dai rami, ma vengono sostituite da nuove foglie in breve tempo, proprio per questo non saranno mai spogli.

Questo processo viene spiegato da una leggenda che deriva dal Piemonte.

La leggenda narra che l’inverno stava per arrivare. Un uccellino con un’ala spezzata cercava riparo tra gli alberi della foresta.

Tutti gli altri uccelli erano migrati al sud, ma solo lui era rimasto al freddo e la foresta gli sembrò il posto più caldo dove rifugiarsi. Così chiese a loro soccorso.

Rivolgendosi alla betulla disse: “Oh bella betulla, posso vivere tra i tuoi rami? Tutti gli altri miei amici son volati via”. Ma lei gli rispose spostando le sue foglie: “Non posso far niente per aiutarti, noi della grande foresta abbiamo già i nostri uccelli da aiutare in vista del freddo”.

L’uccellino pensò che la betulla non fosse tanto forte e che non fosse in grado di sorreggerlo facilmente.

Così decise di chiedere alla quercia: “Oh grande quercia, tu che sei così forte potresti lasciarmi un posticino tra i tuoi rami fino al ritorno dei miei amici in primavera?”. E la betulla rispose: “La primavera è lontana, è troppo tempo. Come posso sapere cosa farai tutto quel tempo? Gli uccelli sono sempre alla ricerca di cibo e tu, ritrovandoti affamato, potresti cibarti delle mie ghiande”.

L’uccellino tristemente decise di chiedere al salice: “Gentile salice, guarda la mia ala. È rotta. Non sono riuscito a volare con gli altri miei amici al sud; posso sostare fino all’arrivo della primavera tra i tuoi rami?”. Ma, ahimè, anche il salice non ebbe parole molto gentili nei confronti del povero uccellino: “Non ti conosco e noi salici non parliamo mai con gli sconosciuti. Vai a cercare altrove, sicuramente troverai qualche albero disposto ad aiutarti. Adesso vattene!

Il povero uccellino era disperato, non aveva idea di cosa fare. Provò a volare, ma invano.

Ad un tratto, mentre si stava allontanando, udì una voce: “Dove stai andando?”.

L’uccellino con espressione triste rispose: “Non lo so in realtà, ho molto freddo.”

Vieni qui da me”, rispose l’abete. “Posso ospitarti io tra i miei rami più caldi per tutto l’inverno.”

L’uccellino pieno di speranza rispose, con tono incredulo: “Posso davvero? Non è uno scherzo?”.

L’abete gli rispose: “Certo, sei solo qui, è compito degli alberi prendersi cura di te.” E gli mostrò il suo ramo con le foglie più fitte e morbide.

Successivamente a quell’invito anche il pino e il ginepro intervennero per offrirgli riparo e cibo a sufficienza per superare il forte freddo che stava per arrivare.

Fu così che l’abete gli diede una casa, il pino la protezione per il freddo e il ginepro gli diede i frutti di bosco da mangiare. Mentre tutti gli altri alberi continuarono a commentare in malo modo.

Il mattino seguente ogni foglia attaccata agli alberi cadde per il forte vento freddo del nord.

Il vento disse: “Posso toccare ogni foglia della foresta?”

Ma il re Gelo rispose: “No, gli alberi che sono stati gentili nei confronti di un uccellino in difficoltà devono rimanere con le foglie attaccate ai rami.”

Questa leggenda cosa ci insegna? L’importanza e la potenza della generosità, della gentilezza. Il pino, il ginepro e l’abete hanno aiutato il povero uccellino senza chiedere nulla in cambio e questo grande gesto il re Gelo ha fatto un regalo immenso, il mantenimento delle foglie anche nel periodo più freddo.

Gli hanno regalato un rifugio sicuro senza aspettarsi qualcosa in cambio.

Bisogna essere generosi in questa vita, perché si sa, le persone generose sono le più felici, piene di amici. I piccoli gesti possono cambiare il corso delle cose e possono portare solo grandi benefici.

Giulia Trio

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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