Spesso faccio un sogno.
Anche il solo sognarlo, il mare, placa la mia tempesta.
Sogno d’essere in mezzo al mare
a godermi i sussurri primordiali della sua lingua.
Un linguaggio
che solo chi lo conosce può capire.
Per gli altri è solo rumore
un monologo costante ed eterno.
Ma per chi il mare lo ha dentro,
è come una madre il cui figlio non sa proferir parola:
eppure lei lo comprende.
Non ha occhi in cui leggere il mare,
non ha labbra per parlare,
non ha orecchie per sentire…
Eppure chi lo ama
comprende il suo eterno monologo, i suoi sussurri…
Un linguaggio universale.
Non lo abbracci tutto con lo sguardo
né puoi contenerlo fra le braccia.
Lo senti dentro il mare:
la sua forza, la sua maestosità,
la vita che scorre sotto la superficie…
Il mare è l’orologio dell’anima.
Un’anima che trova pace
quando trova un ritmo che la accompagna…
Ferraro Maria Luana