Gli ultimi saranno ultimi

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“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Viviamo nella società globalmente più ricca della storia e in un’era di progresso e benessere in cui accade tutto e il contrario di tutto.

Infatti a dimostrazione di ciò, in Italia il cosiddetto ascensore sociale è fermo, perché gli sforzi individuali, il talento sono sempre meno determinanti per il miglioramento delle condizioni di vita rispetto alla famiglia d’origine.

Tanto che un terzo dei figli di genitori più poveri, è destinato a rimanere fermo dal punto di vista sociale.

E poco gratifica il fatto che gli ultimi saranno i primi nel regno dei Cieli, è in questa vita che si ha bisogno di un lavoro, di soldi per dare un futuro migliore ai propri figli specie se sono meritevoli più di altri.

È questo è proprio il tema del film che ho visto sere fa: “Gli ultimi saranno ultimi”.

Film con due attori bravissimi e che tratta di un argomento attuale: la precarietà del lavoro.

Un mondo abitato da disgraziati che non arrivano a fine mese.

Un piccolo angolo la cittadina di Anguillara, dove ci si aggrappa ad ogni cosa per sopravvivere.

A molti basta un lavoro umile, bastano gli aiuti degli amici di una vita, quelli con cui hai condiviso tutto.

Sono uomini e donne che si accontentano di poco, a cui è sufficiente un pranzo con la compagnia di anici per sorridere.

Ci sono i vicini, la vamp del paese, la guarda giurata gentile e comprensiva, l’apprendista pronta a farti le scarpe e poi c’è il poliziotto, arrivato in paese per espiare la colpa che grava sulla sua testa, che viene accolto con disprezzo dai colleghi e che cadrà ancora in errore.

Sono uomini e donne che si stringono in un abbraccio disperato e straziante, ma almeno riescono ad andare avanti.

Questo è ciò che vivono Luciana (Paola Cortellesi) e Stefano (Alessandro Gassmann), i protagonisti de “Gli ultimi saranno ultimi”.

Luciana e Stefano sono sposati, sperano di diventare genitori ma sembra non giungere mai il loro momento.

Lei lavora in fabbrica, lui, che non vuole stare sotto un padrone, è perennemente senza lavoro ma pieno di idee che dovrebbero fargli “svoltare la vita” ma che alla fine non portano a nulla.

Lei scopre di essere incinta e, proprio per questo, dopo che una collega fa la spia viene licenziata.

Un duro colpo per Luciana che non si arrende mai. Mentre Stefano non sembra voler “mettere la testa a posto” neanche sentendo l’urgenza di un lavoro fisso per poter garantire alla moglie e al bimbo che sta per nascere il minimo per andare avanti.

Quando il capo le dice che avrebbero riparlato di una sua riassunzione alla nascita della creatura, la donna non pensa neanche per un istante che quelle siano solo parole e si aggrappa a quella promessa.

Le urgenze quando un figlio sta per nascere sono sempre maggiori e la donna vive con tormento cime faranno quando il figlio arriverà. Luciana però mente, non racconta la crisi profonda in cui si ritrovano.

La situazione è chiara, gli amici la conoscono, in paese si sa ma proprio perché tra gli ultimi c’è solidarietà nessuno chiede.

Così è normale per le amiche e gli amici di Luciana e Stefano regalare un corso per gestanti a lei nonostante il compleanno sia di lui o un buono per un lettino senza bisogno che venga chiesto.

Stefano, assistendo con la sua solita indolenza alla gravidanza della moglie, vive in un’altra dimensione, tenta di fare ciò che può ma il destino non è dalla sua parte e si ritrova nel suo appartamento con cento sedie che un “cliente” non vuole più comprare, va a lavorare un giorno solo sotto un padrone ma quella non è proprio la sua vita.

Per Luciana tutto appare chiaro. Nessuno le ridarà il lavoro, le promesse non verranno mantenute, il marito non avrà mai un’occupazione “seria”.

Deve fare qualcosa, un gesto estremo che ha inizio con una camminata verso la fabbrica dove si è recata ogni giorno per tanto tempo . Pensa di poter parlare per chiedere aiuto, ma non è come con i suoi “pari”, ci sono delle regole.

Parla, dice che ha bisogno di lavorare, racconta la sua situazione .
“Svegliate Lucià che chi se fa pecora il lupo se lo magna.”

Non vuole essere più una pecora e quindi, quando viene mandata via dall’ufficio, sfila la pistola dal fodero e la punta contro i capi.

Non c’è la tenera e gentile Luciana, c’è la disperata Luciana con il trucco sciolto, la tensione e la rabbia negli occhi, dopo aver scoperto anche il tradimento del marito.

Vuole far loro paura, far capire che fa sul serio, ucciderebbe anche, perché non ha niente da perdere.

Mentre tutti osservano, l’unico che cerca di fare qualcosa, parlandole sinceramente, con pietà, è Bruno, la guardia giurata, che la capisce e sa che quello è solo l’atteggiamento di una persona che non sa più cosa fare.

Con dolcezza tenta di farla ragionare, di aprirle gli occhi.

Ma ecco che arriva il poliziotto. Spara alla donna a cui si sono rotte le acque.

Mentre portano via Luciana con l’ambulanza il bimbo nasce.

Gli ultimi saranno ultimi, un film duro e intenso, mi ha commosso tantissimo.

Una bravissima Cortellesi, un eccezionale Alessandro Gasman.

La scena finale vede Stefano che parla con Mario che già conosce la storia della sua nascita e della sua mamma, “un’ultima “che ha alzato la testa per fare sopravvivere degnamente lui.

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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