Il 4 aprile del 2020, scrivevo questo.
Adesso che la pandemia allenta le stringhe ai nostri polsi, ripropongo ciò che accoratamente pensavo e penso.
Un unico suggerimento: che gli sprazzi di serenità non vengano mai più dati per scontati e che si possa gioire dell’essenziale.
La libertà? Un volo sulle ali di una farfalla…
Non fummo felici. La felicità non esiste. Cercate di credere a quel che vi scrive un’eterna malinconica, una qualunque, una di quelle che di disordine dentro ne ha sempre avuto da vendere, e all’ingrosso per giunta.
Tuttavia fummo sereni, troppo, incommensurabilmente.
Così tanto da non averne la più pallida contezza.
Ti incontravo per le vie della città e ti salutavo con un disorientato e timidissimo cenno della mano. Invece avrei dovuto attraversare la strada per venire ad abbracciarti forte, come se non avessi mai più avuto la possibilità di rivederti.
Avremmo dovuto vivere con amore, in amicizia, con gratitudine nei confronti della libertà.
Quando tutto questo avrà una fine non temerò più alcun giudizio.
Credo che sarò abbastanza imbevuta di solitudine da potermi concedere all’abbandono dei gesti più affettuosi, quelli che non ho mai elargito per un eccessivo senso del pudore.
Spero che possiate optare per analoghe decisioni.
Fummo sereni…adesso è tutto fin troppo chiaro…
Maria Cristina Adragna
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