Francine van Hove

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FRANCINE VAN HOVE (1942)

Château-Landon, Parigi.

Francine van Hove nasce da una grande famiglia artistica.

Ed è grazie a loro, ma soprattutto alla nonna, anch’essa ottima pittrice, che Francine sviluppa l’amore per il disegno e la pittura.

A soli sedici anni Francine van Hove si diploma in disegno e arte plastica presso il Lycée Claude Bernard di Parigi.

Sì trasferisce poco dopo a Strasburgo dove insegna disegno in una scuola comunale.

Lasciato il tirocinio torna a Parigi, dove lavora come segretaria, non riuscendo a vivere solo della sua arte.

Affitta un piccolo abbaino e lì dipinge i tetti di Parigi, nature morte e ritratti prevalentemente femminili.

Usa inizialmente la tecnica a vernice che viene posta sulla tela con strati molto spessi, ma non la convince.

Si dedica allora alla pittura figurativa attraverso la rappresentazione di soggetti intimisti.

Dopo aver esposto per la prima volta nel 1978, la sua arte suscita un riconoscimento sempre maggiore da parte del pubblico e della critica.

Dal 1980 i suoi dipinti vengono acclamati in tutto il mondo, soprattutto in Europa e in Giappone.

“LE SUE OPERE”

Avvolte dalla dolcezza e dalla sensualità, le opere di Francine van Hove rappresentano giovani donne in scene di vita quotidiana.

La pittrice ama rappresentarle immerse nella quotidianità, dall’aspetto sognante, riflessivo , spesso con accanto un libro, una tazza di tè, una lampada da tavolo.

Ma, allo stesso tempo, le sue immagini sotto la loro apparente semplicità conservano una parte di mistero.

Nascondono infatti una ricerca intimista, trasmettendo un sentimento di incomunicabilità e di solitudine (come i dipinti di Eduard Hopper che ho raccontato in precedenza).

Le sue figure femminili, oltre ad apparire affascinanti danno un’immagine di delicata intelligenza (l’artista infatti le ritrae molto spesso nell’atto di leggere nella solitudine della propria stanza).

Un altro tema ricorrente è quello degli specchi trittici, che ritraggono la stessa persona sotto varie angolazioni, che riportano all’idea della solitudine scaturita dal proprio riflesso.

PER FINIRE:

Le suggestioni che si creano nelle opere di Francine trovano risonanza nelle opere del Rinascimento italiano e
nei maestri come Ingres, Degas e della pittura fiamminga

Sotto un’apparente semplicità , il lavoro di Francine Van Hove mantiene una sorta di mistero. Queste giovani ragazze ci proibiscono l’accesso alla loro interiorità.

La bellezza femminile che mi interessa è quella del sonno, del viso a riposo, dell’abbandono della sua funzione di specchio dell’anima a tutto il corpo, dei gesti che sostituiscono il viso nell’espressione dei sentimenti. (Francine van Hove)

Bruno Vergani

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