… E poi esistono le classiche adozioni, donne che si avvalgono della scelta di abbracciare la surrogazione per ciò che concerne il proprio apparato riproduttore, coppie di uomini che donano amore alla stregua delle madri, magari in maniera più intensa, chissà .
Non spetta a noi alcuna sentenza.
Non sapremo, forse, mai se un bambino percepirà in eterno la greve assenza di una mamma.
È possibile che sia così, ma può anche darsi che la sua vita sia costellata solo da sprazzi di eterna felicità…
DOPO MIA MADRE
Dopo mia madre
la vita mi attese
e senza difese
mi colse un gran pianto,
mi furono accanto
due anime belle
ma quella sua pelle
mancava ai miei sensi.
Tra gioie e consensi
mi offrirono amore,
gli spasmi del cuore
tacevano a tratti,
ignaro dei fatti
pensavo al suo odore
chiedendo a me stesso
perché non ci fosse.
Il tempo promosse
chi bene mi crebbe
e chi sempre ebbe
gran cura del figlio,
ma senza un appiglio
al ricordo offuscato
rimasi incastrato
non so bene dove.
Qualcosa si muove
nell’anima inquieta,
conosco la meta,
mi hanno guidato,
ma essere nato
per una richiesta
adombra la festa
nel cuor dei miei padri.
Non ladri di vita,
non bruti e malvagi,
soltanto due ostaggi
dei loro bisogni,
di tutti quei sogni
più saldi di roccia
io ero la goccia
che ti rende padre.
Dopo mia madre
la vita sorrise
un pò mi derise,
a volte si arranca.
Cos’é che mi manca
e che ho sempre taciuto?
Di certo il suo sguardo
a me sconosciuto.
Lirica tratta dalla raccolta “Aliti inversi”
di Maria Cristina Adragna