ATTANAGLIATO NELLA SOLITUDINE
Ad Allen Ginsberg
Singhiozzo. Perdo inchiostro,
piango; la gola secca
e lacrime di ferro, nel buio denigrato.
Sazio, sfuggente. Rovisto
l’albero del maltempo; striscio
sul mio collo lungamente.
Sull’orlo del burrone,
stridono suoni paludosi;
uragani di lacrime,
in un vagone, la ruggine
polvere di legno.
Ora,
tutto tace.
L’anima è barattata.
Fabio Strinati
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