Dopo la pubblicazione di alcuni miei articoli precedenti che parlavano di psicologia, in tanti mi avete scritto in privato chiedendomi di affrontare il tema del comportamento bipolare.
Una tematica di cui ultimamente si sta parlando tanto, ma che alcuni ancora non conoscono e che potrebbe essere quindi più diffuso di quanto sembra.
Per soddisfare questa richiesta, ho chiesto alla Dottoressa Francesca Abrami di spiegarci nello specifico del DISTURBO BIPOLARE:
Anamnesi, Diagnosi, Psicoterapia.
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicosomatista, specializzata in Medicina Psicosomatica, già assistente e cultore della materia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha condotto ricerche e convegni in campo scientifico nazionale e internazionale ed ha pubblicato fra l’altro con altri autori: “L’ambiente domestico“, Università “La Sapienza” di Roma, 1994/1995; “Prevenzione degli incidenti nella terza età“, Spazio Comune Edizioni, Roma, 1995; “Bambini in casa“, Edizioni Psicologia, Roma, 1995; “Peso sovrappeso e obesità“, Guidaverde Editrice, Roma, 2001; “Talassemia“, Edizioni Psicologia, Roma, 2000; “Thalassemia“, Edizioni Kappa, Roma, 2003; “Lo sviluppo umano“, Edizioni Psicologia, Roma, 2002; “Lo sviluppo umano nell’arco di vita“, Edizioni Kappa, Roma, 2003; “Psicologia & informatica“, Edizioni Kappa, Roma 2003; “L’Ipnosi“, Edizioni Kappa, Roma, 2003; “Psicologia della comunicazione multimediale“, Edizioni Kappa, Roma, 2003; “Il bambino multimediale“, Edizioni Kappa, Roma, 2004; “L’Adolescente planetario“, Edizioni Kappa, Roma, 2004; “L’amare e l’amore“, Edizioni Kappa, Roma, 2005.
Aderisce alla Convenzione tra l’Ordine Nazionale degli Psicologi e la Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, l’AssoMedico, Consulenti del Lavoro, Gruppo ENEL, L’altra metà della divisa, Ispettorato Generale.
Psicologa – Psicoterapeuta presso il Centro di Psicologia Polispecialistico.
Dottoressa Abrami, ci vuole parlare nello specifico del DISTURBO BIPOLARE:
Anamnesi, Diagnosi, Psicoterapia?
Una delle prove più difficili che riguardano l’individuo è riuscire a domare le proprie emozioni invece di subirle.
La capacità di modulare sensazioni ed emozioni affinché queste non ci travolgano è la capacità psicologica più importante e la chiave del benessere psico-fisico.
Il disturbo bipolare, definito in passato sindrome maniaco-depressiva, è un disturbo dell’umore caratterizzato dai suoi anomali cambiamenti.
Il disturbo si manifesta, in modo alternato, con episodi di eccitamento e dunque elevazione del tono dell’ umore seguiti da episodi depressivi.
Di solito le fasi depressive hanno durata maggiore rispetto a quelle ipomaniacali. Il passaggio tra queste due fasi può essere relativamente lungo, durante il quale la persona ha un periodo di benessere, oppure repentino.
I sintomi principali della fase maniacale sono:
- fuga delle idee e pensiero accellerato;
- senso di grandiosità;
- minore bisogno di dormire;
- alto livello di distrazione;
- aumento eccessivo delle attività quotidiane e delle attività ad alto rischio (spese eccessive, attività sessualità compulsiva, ecc…);
- logorrea.
I sintomi principali della fase depressiva sono sovrapponibili a quelli della depressione maggiore:
- riduzione delle attività quotidiane;
- squilibrio nelle fasi del sonno;
- disturbi alimentari;
- difficoltà di concentrazione;
- senso di stanchezza e rallentamento psico-motorio.
Gli episodi misti (disforici) comprendono :
- agitazione psicomotoria;
- irritabilità;
- ansia;
- aggressività verbale o fisica.
Terapia
Gli studi suggeriscono che nello sviluppo del disturbo bipolare ci sia una predisposizione genetica ma che sia anche fondamentale effettuare un analisi della storia di vita del soggetto e della sua gestione emozionale.
La cura del disturbo bipolare si concentra, fondamentalmente, sul cercare di stabilizzare l’umore attraverso una corretta terapia farmacologica ed una psicoterapia adeguata.
La psicoeducazione favorisce la gestione del disturbo ed il recupero delle attività e degli interessi.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale è la più idonea per questo tipo di disturbo attraverso il rinforzamento, il modellaggio, le prescrizioni comportamentali e la relazione d’aiuto.
La Relazione d’aiuto è una metodologia d’intervento che tende a stabilire un rapporto empatico con il paziente. Gli obiettivi principali sono: aiutare la persona a guardarsi dentro, insegnargli a comprendersi e ad agire per il proprio interesse, capire le emozioni sottostanti al proprio comportamento, avviare la persona verso il cambiamento.
In conclusione la medicina dovrebbe superare l’ineluttabilità della malattia sia essa fisica o mentale e si dovrebbe concentrare più sulla persona che sul sintomo.
Io, ScrepMagazine e il Direttore Giuseppe De Nicola, vogliamo ringraziarLa per la Sua disponibilità.
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