Tra un uomo e una donna si vengono a creare quei rapporti amorosi che, a dire il vero, credo sia pure improprio definire tali.
Non si parla di amore, ma non è neppure amicizia.
È attrazione, ma non è sesso.
Perché in questo triste gioco, è vero che sono in due a portare a spasso i sentimenti… ma, di fatto, si tratta di un legame apparente.
Ciascuno rimane confinato nel proprio universo, chi per scelta, chi perché si trova costretto a subire la scelta.
Fra i due c’è chi si trova a proprio agio, non sa affatto concedersi e accogliere, vorrebbe osare, ma non sapendo cosa, come e quanto potrebbe prendere e dare, si tira indietro. Però tiene il filo teso, perché nell’incertezza è preferibile scegliere la strada più comoda.
Si mette un po’ di cuore, quanto basta per fare sentire l’altro legato senza che di fatto esista un legame.
L’altro, invece, saprebbe come vivere questo rapporto perché ci ha messo tutto il cuore, senza parsimonia.
Ma si trova nella solitudine del suo mondo, abbandonato, senza essere stato mai legato e mai lasciato andare al suo destino.
E allora, accade che, non essendo più pronto al dialogo, rimane il silenzio che, inizialmente forzato, successivamente, invece, risulta del tutto naturale.
Si continua a soffrire.
Ma il cuore non muore, respira ed ama.
Nonostante sia solo, separato, vincolato ad un non legame…
Qual è il finale della storia?
Erano in due… ma l’uno ha saputo sopravvivere, l’altro, invece, è, oramai morto dentro.
Eppure, non ha ancora scoperto che quella prigionia sarà la sua liberazione.
Piera Messinese
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