Addio anno nefasto?

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Ho la strana sensazione che il 2020 non se ne sia mai andato in realtà.

Ha lasciato dietro di sé uno strascico troppo lungo perché non se ne intraveda ancora una parte.

Ma è la parte finale o la continuazione di un corpo estraneo che tenta di insinuarsi in modo subdolo in un contesto nuovo per deturparne il debutto?

Si intravede la coda meschina della sua orrenda presenza,  si tiene nascosto dietro le tende delle corsie ancora affollate degli ospedali,  si inoltra oscuro e silente tra le mascherine che ci stringiamo in volto mentre il gelido inverno fa la sua prima apparizione.  

Non rispetta neppure il candore della neve sui monti, ne vuole deturpare la bellezza mai messa in discussione e, dopo aver macchiato e oscurato le luci del Natale,  si incammina con ferocia tra i sentieri di un lungo e tortuoso percorso. 

Non ci sono ostacoli a fermare questo insistente ospite indesiderato.

Non comprende di essere divenuto insostenibile,  una presenza di troppo tra le nostre vite igienizzate che hanno  invece tanta voglia di sporcarsi di fango sotto la pioggia scrosciante,  passeggiando tra le panchine di un parco gremito di bimbi che giocano felici, mangiando un gelato con amici o accarezzando il velluto rossastro delle care vecchie poltrone del cinema.

Perché insisti vecchio a restare? 

Non hai compreso quanto poco di te abbiamo voglia di trattenere ancora? 

Sarebbe opportuno tu lasciassi spazio alla folla che si accalca per entrare nel nuovo , abbassando tu le armi definitivamente. 

Ecco, getta la tua ormai anacronistica spada e va via, lascia a noi tutti un 2021 che ci rincuori, che allontani la paura di perdere i nostri cari, che ci faccia abbracciare e stringere di gioia,  che ci ridia una vita sociale, che ci lasci annusare ancora un libro prima di acquistarlo.

In fondo hai un merito: ci hai fatto comprendere il valore delle cose,  quelle trascurabili,  quelle scontate e ovvie, quelle a cui non davamo poi spesso tanta importanza. 

Ora il tuo intento è riuscito 2020, lascia la scena e fai entrare noi sul palco indossando sì una maschera,  ma solo per Carnevale. 

Sandra Orlando 

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