(2002) di Adrien Lyne con Richard Gere, Diane Lane, Olivier Martinez.
Netflix rilancia un classico del cinema dell’inganno amoroso con un trio di attori che convince.
Connie e Edward Sumner sono una coppia agiata. In una giornata con violente raffiche di vento Connie si scontra con un ragazzo: cade, si ferisce a un ginocchio e lo sconosciuto le offre cure e riparo in casa sua. In quel momento passa un taxi vuoto ma lei decide di accettare l’offerta del giovane Paul Martel, un affascinante libraio. Più tardi, Connie inizia a sentirsi troppo attratta e decide di andarsene. Lui salutandola le regala un libro di poesie.
Il mattino seguente, Connie trova nel libro regalatole da Paul un suo biglietto da visita. Con la scusa di volerlo ringraziare lo chiama e riceve un invito per un caffè. Dopo un’iniziale ritrosia, Connie si lascia andare alla passione incontrollabile e i due iniziano una storia che sembra divenire per lei sempre più importante. Nonostante i sensi di colpa, la donna vive tutto con libertà non rendendosi conto di aver intrapreso una strada pericolosa e non accorgendosi dei sospetti del marito. L’uomo coglie infatti dei sottili cambiamenti nella moglie e decide di farla seguire. Scopre così una dolorosa verità e, scosso completamente dalla rivelazione, compie un gesto folle e senza rimedio.
La particolarità del film di Adrien Lyne è sicuramente il background della storia narrata. Non siamo , come di consueto, dinanzi alla solita vicenda di una moglie frustrata e infelice che trova riparo ai suoi vuoti interiori in una occasionale tresca passionale.
Connie (il personaggio interpretato da una brava Diane Lane) si presenta come una moglie e madre soddisfatta e apparentemente equilibrata. Traspare complicità con il marito Paul (un intenso Gere) e non si profila assolutamente all’orizzonte la possibilità di un tradimento. Nonostante la coppia funzioni e non ci siano mancanze nel rapporto, il regista è dunque bravo a capovolgere la situazione da un momento all’altro. mostrando come nulla sia prevedibile e dato per certo.
Quello che unisce i due è sicuramente un sentimento consolidato con un’affinità ancora forte e un’altrettanto convincente sintonia fisica. É qui che Adrien Lyne inserisce ‘il colpo di fulmine’, che, banalità a parte, si insinua improvviso e non calcolato, nella linea dritta e regolamentata della vita coniugale.
Paul, il giovane libraio bello e misterioso, giunge a spezzare l’incanto, ricordando a Connie che non è una donna perfetta, ma completamente in balìa delle sue emozioni.
Bugie, sotterfugi, espedienti improvvisati: ogni mezzo è più che lecito per vivere a pieno quell’improvvisa relazione, senza troppo riflettere sulle conseguenze e mettendo a rischio la stabilità della famiglia.
Adrien Lyne, che già con il cult 9 settimane e mezzo aveva rappresentato l’amore e le sue peculiarità, continua la sua indagine sulla debolezza (delle donne soprattutto) nel vivere relazioni al limite, e sul cedere alle tentazioni scendendo a compromessi con la parte ‘sana’ ed equilibrata di noi stessi. É la donna , soprattutto, ad essere indagata, alla luce delle sue non perfezioni e della sua volubilità interiore, ma soprattutto qui viene evidenziata la sottile differenza tra la pura passione e i sentimenti.
Il tradimento compiuto non implica il rinnegare completamente la relazione precedente, quanto un viaggio, un voler cedere all’istinto senza usare la ragione, da sempre simbolo della stabilità della donna rispetto all’uomo molto meo dotato di schermi.
Richard Gere, in genere interprete del rubacuori a cui non si può resistere, si mette qui in gioco nella parte del marito tradito, colpevole anche lui di non aver saputo mantenere l’equilibrio e di aver ceduto all’istinto più violento.
Nota di merito sia ad Olivier Martinez, spoglio di ogni volgarità e meschinità e volto convincente della lussuria travestita da fresca innocenza, che a Diane Lane (nominata agli Oscar e ai Golden Globe), bellissima nella sua scompigliata arrendevolezza ad una incontrollabile passione.
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