La RAI ci regala momenti televisivi unici, ed è quello che è successo sabato sera con Arena Suzuki ’60 ’70 ’80.
Una performance musicale di altissimo livello, con artisti nazionali ed internazionali che fanno parte dei nostri ricordi, con le loro canzoni. Artisti stranieri che nel corso degli anni abbiamo rivisto con piacere, in programmi come I migliori anni.
Amadeus è riuscito a confezionare la trasmissione come un abito vintage con la complicità dell’Arena di Verona, set ad hoc.
Bellissima atmosfera da FestivalBar, vedere finalmente tanta gente insieme ad un evento musicale, mi ha riempito di gioia.
Mi sfuggiva solo il motivo per cui io, seduta sul divano a casa, avrei dovuto divertirmi vedendo ballare gli altri in quel meraviglioso contesto.
E così, non solo ho cantato tutta la Playlist, mi sono alzata e ho ballato sotto lo sguardo “compassionevole” di mio marito, abituato a spettacoli del genere.
Anche perché ho scoperto che non è possibile invecchiare, perché lo spirito vive al di fuori del tempo.
Lo spirito è immateriale, come lo è il pensiero, quindi non è soggetto ad invecchiamento.
Sta a noi decidere la nostra età.
Dopo aver visto il programma, mi sono chiesta dove sono finiti i ragazzi che eravamo negli anni ’70 ed ’80?
Eccoci. Siamo ancora qui.
Noi siamo quelli che da giovani credevano d’essere adulti e da adulti credono d’essere giovani.
Siamo quelli che guardandosi allo specchio vedono soltanto le rughe degli altri.
Noi siamo quelli che difendevano i propri diritti ma lasciavano i doveri agli altri.
Siamo quelli che se beccavano in un giorno a scuola una sufficienza in tre materie diverse, erano felici.
Noi eravamo le ragazze che cominciavano a portare i pantaloni.
Eravamo le adolescenti del periodo, della liberazione delle donne.
Eravamo quelle che davanti i licei, urlavano slogan femministi.
Certo è che il tempo batte sulle storie personali e sulle vecchie foto, ma se riesce a raggrinzire la carta, a sbiadire le immagini, nulla può sullo spirito e la gioventù la vediamo erompere da quelle voci, da quelle braccia levate durante i brani musicali.
Ciò che fummo saremo per sempre. GIOVANI.
Ieri sera, si sono esibiti sul palco, anche gli straordinari Europe e quella che ormai sembra la zia di Samantha Fox.
I nostri artisti, gli italiani, siamo abituati a vederli come sono ora, dopo 30,40 anni dal loro debutto.
Sono invecchiati insieme a noi.
Come Loredana Berté o l’ever green Orietta Berti, che vediamo spesso nei programmi.
Momento clou l’esibizione degli Europe.
Gli Europe sono un gruppo rock svedese che si sono formati nel 1981 e attivo fino al 1993. Riformatisi nel 1999 sono tuttora in attività.
Gli Europe agli esordi varcarono i confini e ottennero il successo del grande pubblico nel 1984 con il secondo album Wings of Tomorrow e raggiunsero il picco della notorietà a livello mondiale nel 1986.
Il loro successo non solo ridisegnò nuove tematiche e provocò delle imitazioni, ma per la prima volta fece guadagnare all’heavy metal un notevole successo radiofonico.
Il loro successo si deve alla voce solista Joey Tempest, molto amato dal pubblico femminile.
Gli Europe sono probabilmente il gruppo rock più importante nella storia della musica svedese, grazie soprattutto ai successi degli anni Ottanta: su tutti The Final Countdown.
Tra i segreti della band c’è senza ombra di dubbio il carisma, le capacità vocali ma anche compositive di Joey Tempest, un frontman rock che non teme il confronto con altri artisti anche più famosi.
Rolf Magnus Joakim Larsson, questo il vero nome di Joey Tempest, è nato a Upplands Vasby, vicino Stoccolma, il 19 agosto 1963 sotto il segno del Leone…e non poteva essere diversamente…
E fin dall’infanzia si dimostra grande appassionato di musica.
Guidato dalla sorella, inizia a suonare il piano e la chitarra, ed entra nelle prime band giovanili.
Joey Tempest, pur senza la sua classica capigliatura cotonata, continua a essere un’icona vivente della musica rock non solo in Svezia, ma nel mondo intero.
Angela Amendola
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