Un bel sogno

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Fuori pioveva a dirotto e io mi ero rifugiata nel mio bar preferito. Da cinque minuti ero lì che mi godevo la “tranquillità asciutta” di quel locale per pensare, quando davanti ai miei occhi si materializza una scena incredibile.

Ad un tratto ho visto entrare di corsa, dalla porta di servizio, un uomo molto magro. Aveva un montgomery grigio e, pur avendo il cappuccio alzato, gli sporgevano fuori ciocche di capelli corvini e ricci bagnati dalla pioggia. Si guardò in torno e poi, volgendosi verso la porta e agitando le mani, gridò:

“Dove vai con questa pioggia? Vieni qua è aperto”.

Intanto aspettando che qualcuno lo raggiungesse, si sfilò il giaccone bagnato e, scuotendosi con le mani i capelli ricci e neri disse tra sé

Sono tutto bagnato… guarda qua… e quello vuole vedere Napoli” – ECCIU’… fece un forte starnuto e riprese a dire“ – e ci voleva anche il raffreddore, io sono debole di salute, sicuramente domani lo passerò a letto con la febbre… CHE BELLEZZA!”.

Guardandolo per un attimo pensai “che simpatico “, ma visto il luogo tranquillo proseguii la lettura del mio libro.

Intanto mi accorsi che lo stava raggiungendo il suo amico. Alzai un attimo lo sguardo e vidi da lontano un uomo grosso, capelli corti e barba sale e pepe, portava nella mano destra la custodia di una chitarra, mentre la sinistra l’aveva nella tasca del suo cappotto lungo.

L’uomo robusto si avvicinò all’amico e con una pacca sulla spalla disse:

“WE Massimo hai il raffreddore? Sta attento che ti sale la febbre… e se ti metti a letto come lo faccio lo spettacolo da solo? EEE?”…

A queste parole Massimo rispose tutto nervoso “Tutta colpa tua… SI,  E’ TUTTA COLPA TUA!!! Insomma Pino, ma proprio stasera con questo tempo hai deciso di fare una passeggiata a Napoli? Guarda… vedi come mi sono conciato per venire appresso a te??? Mannaggia a te e Napoli”…

Poi si volse verso il cameriere e provò ad ordinare un caffè starnutendo più forte di prima.

Scusi ci po… porti due ca…. ca… ECCIU’…”.

Il forte starnuto rimbombò nel locale silenzioso tanto che io venni distolta dalla mia lettura; guardai i due amici seduti al tavolo accanto al mio e mi resi conto che erano Massimo Troisi e Pino Daniele.

Restai pietrificata dall’emozione e pensai ”se lo racconto nessuno mi crede”.

Non potevo fare a meno di voltarmi e di sorridere ai miei due beniamini.

Osservandoli pensavo “certo non potevo che incontrare “ZIO PINO” in questa zona di Napoli, è qui che è nato, sarà legato al porto, Spaccanapoli, Piazza del Gesù, Via dei Tribunali, qui sono nate le sue prime canzoni, quelle più belle.” .

Ripensai così alla mia infanzia, quando a casa si ascoltava solo Pino Daniele e all’espressione che avrebbe avuto  mio fratello Aniello, fan sfegatato di Zio Pino, quando gli avrei raccontato del mio strano incontro.

Tutti questi pensieri furono interrotti dalla voce di Pino che si avvicinò dicendo “scusa se ti disturbo, possiamo sederci qui con te? Siamo bagnati fradici e qui c’è un bel camino, saremo tutti al caldo”.

Mi alzai e feci posto “certo che potete, è un onore… piacere Mary”.

Alla mia risposta Pino, invitò Massimo al tavolo e con un sorriso si accomodò accanto a me.

Allora” – cominciò a dire Pino mentre tirava fuori la chitarra dalla custodia – “Mary, con quale pezzo vuoi che si cominci lo spettacolo?” .

Impulsivamente risposi “ANIMA”.

“No quella è dove canto io” – rispose Massimo – “quella deve essere l’ultima Massimo già te l’ho detto” intervenne Pino.

Comunque la scaletta l’abbiamo fatta ieri notte, non ti ricordi” disse scocciato Massimo.

Alle parole di Massimo, Pino rimase perplesso “E che siamo venuti a fare adesso? Lo spettacolo è tra cinque giorni”.

SPETTACOLO??? CHE SPETTACOLO” chiesi felice. Le mie parole furono freddate da una crisi di nervi di Massimo “ MA COME…… VOLEVI VEDERE NAPOLI !!! I POSTI DELLA TUA INFANZIA… MI HAI FATTO LA CAPA TANTA!!!!!! PINU’ M’ VUO’ FA’ USCI’ PAZZ STASERA SI!!!”

Alle parole dell’amico, Pino s’immalinconì chiedendo scusa, poi si rivolse a me dicendo “Siamo molto impegnati per organizzare l’ultimo spettacolo  proprio qui, dove sono nato. Ho  scelto Massimo come compagno del mio ultimo viaggio nella musica con voi, i miei fans”.

La sua voce fu rotta dal pianto e continuò Massimo “E’ una cosa troppo bella. Ma vedi Pino vorrebbe scrivere un’ultima canzone e regalarla a voi”.

A testa bassa Pino riprese a parlare “la musica ce l’ho… ma non trovo le parole. Napoli ha bisogno di un mio saluto ora, un ultimo regalo glielo devo. Non so se riuscirò più a cantare, vedi ho poca voce, sono malato”.

E’ l’età…, l’età… e la pioggia che hai preso stanotte” – intervenne Massimo per tirare su il morale dell’amico.

Napoli sa che Pino Daniele le vuole tanto bene e per questo che è così legata a te, hai capito??? Pinù fai un regalo originale a Napoli, un pezzo solo musica, le parole non contano, saranno i napoletani a dare voce a questo bel pezzo. Senti a me, è più bello così il regalo… ce la vuoi fare ascoltare??? Dai non essere triste, non fa accusì mò”…

Confortato dalle parole dell’amico, Pino Daniele prese la chitarra e cominciò a suonare una melodia così bella che sembrava un suo forte abbraccio, non un addio, ma un arrivederci a presto.

Ad un tratto sentii una musica strana, un suono acuto che copriva la bella musica, una sirena come di ambulanza che si avvicinava… era la sveglia che suonava.

Avevo fatto solo un sogno, un bel sogno…

CIAO MASSIMO,

CIAO PINO

MARIA GRAZIA DEL FRANCO 

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