“Sulle Ali dell’arte”
la fragilità si fa forza
Quando si pensa a un attore o a un personaggio famoso, spesso ci capita di collocarlo in un luogo al riparo dalle intemperie della vita. I riflettori ne illuminano il bel viso, i microfoni ci restituiscono la sua voce suadente e la carta patinata evidenzia lo stile perfetto nel vestire.
Ci piace pensare, con una certa invidia, che le debolezze umane non lo sfiorino neppure.
In un mondo in cui la forza sembra essere un valore assoluto tuttavia la fragilità non risparmia nessuno.
È là, nascosta dietro l’angolo.
Ma è soprattutto nei momenti critici, come quello che stiamo vivendo, che si affaccia per ricordarci i nostri limiti.
Conosciuta per lo più come sinonimo di debolezza, temuta come un pericolo da cui rifuggire, considerata come il fianco da non mostrare mai al “nemico”, la fragilità si trasforma invero in una risorsa che ci rende speciali, che ci conduce a scoprire le virtù dell’autenticità, della compassione e della fede.
Tra le pagine del libro di Vincenzo Bocciarelli ho incontrato non tanto l’attore quanto l’uomo, che dialoga con la propria vulnerabilità, che si confronta con un sentimento che tutti abbiamo provato e contro il quale ciascuno di noi, a suo modo, ha lottato.
Imparare dalle avversità e dagli ostacoli che la vita ci mette davanti è un modo per crescere.
Ed ecco che la fragilità improvvisamente si trasforma in forza, proprio quando si ha il coraggio di cercare la risposta in un orizzonte invisibile, posto al di là del cielo. Dai frammenti del nostro essere creature di vetro, frangibili e delicate, finalmente il vaso risorge e riprende una nuova forma, più bella e più elegante di prima.
In questo orizzonte di fede mi pare che Vincenzo abbia spiccato il volo scegliendo la via dell’arte, una delle più elevate forme di espressione dello Spirito. Per il tramite della poesia, del teatro e della pittura ha costruito le sue ali.
Nel diario si alternano stati d’animo del momento, ricordi legati principalmente alla sua formazione di artista e riflessioni sul senso profondo dell’esistenza.
In mezzo al buio l’autore è andato alla ricerca della luce e della bellezza che nonostante tutto continua ad esserci. Con grande senso di responsabilità e di altruismo ha voluto condividere il suo percorso con altri compagni di viaggio, legati da un sentire che tutti ci accomuna.
È nata così la bellissima esperienza del “Bocciarelli Home Theatre” (di cui il libro restituisce una vivida immagine) che ha portato l’arte, il teatro e la poesia nelle nostre case durante il lungo periodo di “reclusione” che tanto ci ha segnato, regalando il sorriso e risvegliando l’amore per il bello quando tutto sembrava tremendamente grigio e spento.
Ha preso i pennelli per offrire un po’ di colore, ha interpretato una poesia o un racconto per far vibrare l’anima, ha dato voce ai sentimenti di ciascuno come rimedio contro la solitudine e lo smarrimento.
Attraverso le parole del suo libro ho rivissuto, in una sorta di catarsi dalle ansie e dalle inquietudini, quel periodo che pensavo di aver riposto nel dimenticatoio.
E quando ho finito di leggerlo avrei abbracciato l’autore insieme a tutte le sue debolezze, alla possibilità di frantumarsi e al coraggio di ricostruirsi, all’umiltà e al rispetto per gli altri che sono la grande forza di un uomo.
La forza di un uomo che crede.
Simona Riccardi
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