Smart Working: più Smart o più Working?

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Mutamenti sociali in atto durante l’emergenza? Cosa sta accadendo ai comportamenti abitudinari di noi donne?

Casa, famiglia, lavoro: facciamo il doppio di quello che facevamo prima?

Dati statistici rilevano come una donna su tre lavora più di prima: la responsabilità dell’ organizzazione in  famiglia è in prevalenza sulle donne che faticano a conciliare vita professionale con dimensione personale.

Si dovrebbe chiamare smart working , ma in realtà ha ben poco di “smart” e molto più di “work”. Il lavoro a casa ha fatto perdere all’ambiente domestico  il suo significato di “rifugio” e riposo: troppo piccola la casa per far equilibrare  il lavoro da remoto con il resto della famiglia in casa.

Non sempre si ha la possibilità di ritagliarsi uno spazio proprio dove gestire lavoro e orari professionali ( se si può ancora parlare di ambiente lavorativo vero e proprio) e allo stesso tempo fare in modo che anche i figli riescano a seguire con armonia le lezioni scolastiche on line.

Tra l’altro, anche il peso della DAD grava soprattutto sulle mamme, occupate nell’organizzare le attività didattiche dei figli, non sempre sostenute da adeguata digitalizzazione o da costanza e impegno dai ragazzi stessi.

Insomma l’emergenza Covid19 ha rimesso in discussione molti equilibri nelle famiglie, dove, anche con i papà costretti a casa, i ruoli sono spesso confusi, sovrapposti o ridefiniti.

Per dare continuità al lavoro di tanti e per salvaguardare la loro salute, le aziende sono ricorse infatti allo smart working. Accade così che 1 donna su 3 lavora più di prima,  faticando a mantenere un equilibrio tra il lavoro e la vita domestica: lavatrici, scuola, giochi con i figli e cucinare da un lato, video call, riunioni virtuali e lavoro su Skype o Zoom dall’altro. Non facile da gestire!

Lo smart working necessita  di una postazione di lavoro tranquilla e isolata, di orari determinati, tutte cose non facili da mettere in atto in una situazione di caos come quella che stiamo vivendo.

Non è per nulla smart working se contemporaneamente c’è da gestire figli, scuola, spesa (se non c’è il marito a disposizione), faccende di casa.

Eppure, nonostante tutto, i sondaggi evidenziano che ce la stiamo cavando:

abbiamo riunito i pezzi del puzzle scomposto, tirato le redini del cavallo imbizzarrito e trovato una sorta di equilibrio tra la camicia sotto la giacca in video lezione e il pantalone del pigiama sotto la scrivania

Ma vogliamo domandarci: quando finirà l’incubo e si tornerà  alla normalità si potrà trovare forse un modo per far frutto di questa nuova dimensione professionale?  

A livello individuale, senza fare differenze di sesso e condizione familiare, si potrà sfruttare qualche sprazzo di questa ritrovata e eccessiva dimensione “familiare” per andare incontro invece alle esigenze delle tante donne e mamme che lavorano? Potrebbe non essere tutta un’esperienza Negativa questo Smart Working, ma invece dar la possibilità di “snellire” da casa tante incombenze difficili a chi ha difficoltà a spostarsi tutti i giorni per lavoro?

L’equilibrio  sta dunque sempre nel mezzo…è proprio questa la verità.

Sandra Orlando

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