Il mese che amo di più è Settembre, forse per la lentezza dei suoi tempi.
Settembre per me è come un punto e virgola, è come un ponte da attraversare tra il togliere i sandali e indossare gli stivali.
È l’attesa della natura che è sospesa tra una morte e una rinascita.Tra il taglio del granoturco e quello dei grappoli, distacco ma anche parto della natura.
È un’occasione per rubare l’ultimo scampolo d’estate.
È come il giorno che tarda a nascere anche quando non piove e non riesce a farsi strada nella nebbiolina che avvolge l’alba.
Settembre è il retrogusto di una dolce malinconia.
Ma è principalmente il mese dei buoni propositi e con essi la possibilità che si realizzino i sogni non ancora concretizzato. È tutto un ricominciare.
È un periodo un pó particolare settembre, che Luigi Pirandello ha ben reso nella sua poesia, intitolata “Settembre”.
Noto soprattutto per le numerose novelle, opere teatrali e romanzi, Luigi Pirandello agli inizi fu anche poeta. Un poeta che lasciava intravedere chiare tracce della sua particolare visione del mondo e della natura umana, fatta di contrasti e contraddizioni.
Settembre, speranze e ritorni…
La breve poesia si apre con l’autore che indica il mese di settembre come il periodo in cui le speranze se ne vanno “come rondini a fin d’anno”. Speranze che l’autore spera ancora si realizzino visto che “nel mio cor vedovi e fidi stanno ancora appesi i nidi”.
Settembre
Le speranze se ne vanno
come rondini a fin d ’anno:
torneranno?
Nel mio cor vedovi e fidi
stanno ancora appesi i nidi
che di gridi
già sonaron brevi e gaj:
vaghe rondini, se mai
con i raj
del mio Sole tornerete,
le casucce vostre liete
troverete.
Luigi Pirandello
Fatto sta, che “settembre” ricorre spesso nelle canzoni.
E allora ricordiamone qualcuna.
“Impressioni di settembre” della Premiata Forneria Marconi. A parte i ricordi personali, questo è uno dei brani più famosi nel panorama rock italiano. Era inserito nel primo album della PFM, “Storia di un minuto” e di esso sono state fatte varie cover. La più famosa, quella del maestro Franco Battiato.
“29 settembre“, Equipe 84: scritta dall’infallibile duo Mogol/Battisti, questa canzone racconta di un amore, sfociato poi in tradimento. Pochi anni dopo la sua uscita, lo stesso Battisti ne incise una sua versione. La data del “29 settembre” lo ricordiamo, era la data di nascita della moglie di Mogol, e quella del mio matrimonio.
E poi c’è “Settembre“, di Peppino Gagliardi e qui andiamo sul “melodico” con questa canzone dedicata al “nostro” mese.
“Settembre” rappresenta il momento di maggior successo del cantante partenopeo che, con esso, si classificò al secondo posto del Disco per l’Estate del 1970. E pensate un po’, è quella che mi piace di più per ricordare questo mese.
“Fra qualche giorno
finirà l’estate
e sulla spiaggia
niente resterà
le ore passate
saranno un ricordo
che noi porteremo
lontano io e te.
L’estate se ne andrà
insieme al sole
l’amore se n’è andato
già con lei
le prime gocce
baciano la sabbia
e stanno già bagnando
gli occhi miei…
Settembre poi verrà,
ma senza sole
e forse un altro amore nascerà
settembre poi verrà
ma non ti troverà
e piangeranno solo gli occhi miei.
Settembre poi verrà,
ma non ti troverà
e piangeranno solo
gli occhi miei…
E piangeranno solo
gli occhi miei…
e piangeranno solo
gli occhi miei”
Peppino Gagliardi
Come non abbinare un quadro a questo mese?
Mi viene in aiuto l’opera artistica di Michele Catti.
(Palermo, 5 aprile 1855 – 4 luglio 1914)
Un illustre pittore dal talento indiscutibile, artista bohémien, amante della solitudine, con pochi amici, tanti guai ed una salute cagionevole. Catti amava ritrarre la natura in tutto il suo splendore, opere che poi lo resero giustamente famoso.
I suoi soggetti migliori sono i quadri che raffigurano paesaggi naturali: i colori tenui, il tocco delicato, la sapiente maestria con cui dosa la luce e le ombre, rendono le opere di Catti uniche.
Angela Amendola
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