Quando l’ardente desiderio di te mi sfiora, decade ogni sorta di difesa emozionale.
Lascio che il soliloquio dei sentimenti faccia razzia delle mie contraddizioni e rimango sola e muta, in contemplazione della flebile ed astratta idea di quel che non ha misura.
Imponderabile è il nostro tempo che sovrasta la giovinezza, è l’eterna danza delle farfalle impertinenti ed altezzose, sono il pianto ed il sorriso che sottendono allegrezza, è la tua malinconia che mai demorde e che non perdona.
Imponderabile è la dolcezza che pervade una genitrice, è il valore della giovialità sempre donata e mai richiesta, è l’amarezza per la bramosia di un caldo abbraccio non ricevuto, è la quantità di magnificenza che governa il mio universo.
Imponderabile è l’ingenuità che mi fa credere alle fiabe, è la benevola severità che mi ricorda quella d’un padre, è l’acerrimo giudizio degli infanti corrucciati, è il rintocco perentorio delle parole che pronuncerai.
Non detengo nessuna fretta di conquistare l’apoteosi, la felicità è un divino nettare che sorseggio con gran cautela.
Se imponderabile è l’amore che ti lega a questi anni, ho raggiunto mille volte con un salto il firmamento.
E tu inseguisti me, con ammirevole discrezione, da lontano, assiduamente … A mia “consapevole” insaputa…