“Oggetto” della mia vita? Niko…

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Seguendo la mia passione per lo scrivere da sabato ho cominciato un corso di scrittura creativa in una libreria della mia città.

È un corso molto interessante che durerà fino al prossimo mese di  maggio.

Fin dall’inizio abbiamo “cominciato alla grande” perchè il nostro insegnante ci ha detto di portare – per sabato prossimo – una breve storia con titolo “Oggetto della nostra vita“.

Ecco il mio primo piccolo racconto che leggerò al corso di scrittura creativa

OGGETTO DELLA MIA VITA

Tante sono le cose a cui sono legata; in 50 anni, ho accumulato tanti ricordi, cose, persone, che hanno segnato la mia vita, facendomi crescere e portandomi fin quì tra voi.
A dire la verità mi è stato difficile scegliere proprio “quella cosa” a cui non riesco a fare a meno durante l’arco della giornata. Ma dopo aver riflettuto nemmeno tanto, ho pensato che l’oggetto della mia vita è il mio cane Niko –  oggetto per dire – che da 9 anni fa parte integrante della mia famiglia.
Prima di incontrarlo, pur amando gli animali, non concepivo l’idea di crescere un cane in appartamento, ma la storia di Niko è iniziata in modo alquanto divertente.

Ve la spiego.

Dieci anni fa, convivevo con un uomo fantastico, Gino che, per mia compagnia, voleva prendere un cane da un canile. Ne stavamo parlando da tempo, ma io non ero convinta della cosa.
Un giorno Gino decise di accompagnarmi dal parrucchiere e aspettarmi lì, per la gioia del mio parrucchiere, nonché amico Antonio.
Mentre mi asciugava i capelli, prese il suo cellulare e mi disse
Guarda come sono carini questi cagnolini, sono appena nati, ne vuoi uno?“…
Sorridendo dissi “Che carini… ma non me la sento di avere un cane in casa. Mi raccomando non farli vedere a Gino“.
Non finii neanche di parlare che Antonio si allontanò gridando
Ginoooo guarda che carini che sono!!! Dai adottane uno”…
Avrò un cane in casa” pensai.
Infatti i due furbetti si avvicinarono a me sotto braccio e Gino con un bel sorriso disse:
Guarda.. guarda questo nero… ho scelto lui per tua compagnia. Si chiamerà Nik con la “k”…
Che potevo potevo fare se non essere felice?

Gino aveva scelto lui tra tanti e già gli aveva dato anche un bel nome, Nik con la “k”.
I giorni che passarono aspettando lo svezzamento del cucciolo, furono scanditi da telefonate alla proprietaria di tutti i cuccioli per sapere come stava quello a me predestinato, fotografie che lei mi mandava per farmi vedere che il piccolo stava bene e preparazione della casa per accogliere il piccolo Nik con la “k”.
Una sera, decidemmo di non uscire, era brutto tempo e si stava preparando un bel temporale.
Alle 20.30 ricevetti la telefonata che il cane era pronto e che potevamo andarlo a prendere.
Felice risposi che ci andavamo la mattina dopo.
Ero ancora a telefono quando vidi Gino che, capita la notizia, si mise scarpe e giubbotto per andare a Napoli a prendere il nostro Nik.

Quindi ridendo dissi alla signora che stavamo uscendo per andarla a trovare e prendere il cucciolo.

Arrivati a casa della signora, fummo accolti dalla mamma di Nik che ci venne incontro e accompagnò a vedere i suoi piccolini.
Erano tutti avvolti da una coperta al caldo.

Felice Gino indicò il cucciolo nero con le sopracciglia chiare (sembrava un vecchietto), lo prese e me lo mise tra le mani dicendo
Questo è per te, per tua compagnia, si chiama Nik con la “k”.
Nik cominciò a leccarmi le mani, io me lo strinsi al petto e così tornammo a casa con il nuovo membro della famiglia.

Arrivati a casa Gino, visto che il temporale continuava, prese il piccolo, lo avvolse nella sua sciarpa e, uscendo dalla macchina se lo infilò sotto il giubbotto. Era tutto pronto a casa per accogliere Nik, cuccia, traversine per non far sporcare casa con i suoi bisognini (a dire la verità Nik non ha mai capito a cosa servissero, ci giocava strappandole e portandole per casa), ciotole, latte, giochini per cani, guinzagli, una copertina accanto al letto dove nelle prime notti Nik ci teneva svegli perché passava molto tempo piangere… insomma era tutto pronto, e così ebbe inizio la mia vita con Nik.

Tutto cambiò da allora, Gino e Nik erano molto uniti e io, felice presentai il cucciolo alla mia famiglia. Anche mio padre si legò a Nik.

Quando ci sentivamo a telefono o lo andavo a trovare mi chiedeva sempre “Come sta PITTIRULLO” nomignolo che gli diede vedendolo così “piccolino”
Da allora sono passati 9 anni, tante cose sono cambiate, Gino è morto, stroncato da un brutto tumore al polmone, anche mio padre non c’è più ed ora io sono rimasta sola, sola con Nik con la K che crescendo è diventato Niko (sempre però con la “K”).

È diventata la mia ombra, abbiamo condiviso tutto noi due, i momenti di gioia e dolore.

Mi è stato sempre accanto e mi ha dato la forza per andare avanti, confrontandomi con la sua tenerezza che ancora mi spiazza ogni giorno.

Ecco Niko con la “k” è l’amore, l’oggetto della mia vita, senza di lui non riuscirei proprio a  vivere.

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