Mahjabin
Fiorisce un crisantemo
sui prati della coscienza,
ma flebile è l’essenza
di un gemito innocente.
E la viltà non sente,
l’insidia offusca il bene,
impone le catene
a questa libertà.
Ma quale verità
andate ricercando?
Quell’alma va cantando
per vicoli d’altrove!
E invece lei dovrebbe
guizzar piena di vita,
stringendo una matita
per disegnare fiori.
Privata dei colori,
la pallida esistenza
s’arrese a una partenza
indotta dall’orrore.
Rievoco un dolore
che non so immaginare,
potesse almeno il mare
sommerger l’indecenza.
S’immola un sogno infranto
innanzi al velo scuro
che uccise il tuo futuro…
buon volo, Mahjabin!
Maria Cristina Adragna