Magari

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Sabato sera su canale 5, inizia il nuovo programma di Claudio Baglioni.

Oltre a Claudio Baglioni ideatore, autore e interprete saranno tanti altri i protagonisti sul palco, personaggi della musica, dello spettacolo, del cinema, del teatro e della danza. Sabato durante la prima puntata, ci sarà ospite Renato Zero.

Il mio Renato.

Tutti riconoscono il suo valore artistico, sono stati spesi fiume di inchiostro sulla sua bravura, e davanti ad una canzone come “Magari” non possiamo non emozionarsi. È una canzone molto struggente, emozionante da far venire i brividi, ed ha una melodia dolce e rilassante.

Renato la canta con voce calda e profonda.

La si potrebbe definire una nuova perla, arrivata dopo trent’anni di enormi successi.

Il testo è molto intimista e raccolto. Sono le parole che un uomo innamorato dedica alla sua donna, dicendole che l’ama al punto tale che farebbe per lei qualunque cosa.

Sono scene e pensieri di quotidianità, ma al tempo stesso nobilissimi proprio perchè rispecchiano la realtà. Ci fanno intendere che le azioni quando sono condivise con chi si ama diventano tutte straordinarie.

Commovente quel suo proclamarsi desideroso di starle vicino mentre passano gli anni, senza opprimerla, ma anche senza deluderla, pronto a cogliere i momenti e ad essere per lei ciò di cui lei ha bisogno.
Credo che una dichiarazione simile sia straordinaria e di fatto si conclude con quella domanda che non lascia scampo: mi ami?

Chi ama davvero non può non farla e deve avere un sì come risposta, un sì sicuro, senza esitazioni…e ripetuto mille volte perché è bello sentirselo dire…non basta saperlo.

Una voce narrante. Una nostalgia totalizzante. Dettagli di un caffè mai preparato. Azioni quotidiane mai realizzate insieme .

Un amore che non è potuto sbocciare. Un amore che non è potuto essere.

Una speranza contraria e disperata per un amore che non sarà mai:

“Mi amerai mai?”

Sono riflessioni, pensieri che possiamo ritrovare in un dipinto di Giovanni Segantini. La donna sul balcone che risale a fine 1800.
Il quadro mostra una contadina e fu dipinto in Svizzera. Quello che colpisce è la donna, è come se stesse pensando.
Cosa pensa? Al suo passato, al corteggiamento di un innamorato respinto, c’è un retropensiero, uno sguardo al passato.
La donna in abiti locali si riposa all’ombra, su di un balcone. E indossa un pesante abito scuro e una cuffia chiara che nasconde interamente la capigliatura.

Nella mano sinistra tiene un fiore rosso mentre la destra è appoggiata al fianco. Osserva in basso con un’espressione stanca, pensierosa. Il balcone sul quale si trova è in legno. La balaustra è decorata con motivi molto semplici. Inoltre nella parte superiore si intravede un angolo di tetto . Sul fondo è dipinto il villaggio. Dietro le case in pietra infine si alza il campanile con l’alto tetto a punta. Ma lei è pensierosa, incurante di ciò che la circonda, insegue il filo dei suoi pensieri.

Che potranno essere come quelli che Zero ha descritto.

Riflessioni su rimembranze di antichi amori, già descritte nel secolo scorso, dal poeta Raymond Butler Yeats in una poesia.

Lui invita la donna che ama, la ripensare al passato, al tempo che fu.

Quando tu sarai vecchia e grigia e sonnolenta,
Col capo tentennante accanto al fuoco,
prenditi questo libro,
E lentamente leggilo, e sogna del tenero sguardo.
Che gli occhi tuoi ebbero un tempo, e delle loro ombre

Profonde; quanti furono a amare i tuoi attimi
Di grazia felice, e quanti amarono,
con falso o vero amore,

La tua bellezza; ma uno solo amò l’anima peregrina
Che era in te, e il dolore del tuo volto che muta.

Curva di fronte ai ceppi risplendenti mormora,
Con lieve tristezza, come Amore fuggì, come percorse,
Passando, i monti che ci stanno alti sul capo,
e nascose il suo viso fra un nuvolo di stelle.

William Butler Yeats

Angela Amendola

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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