Maestra di vita

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Non è una ” stella” conosciuta Annalena Tonelli, non fa parte di quella cerchia di personaggi di cui continuamente celebriamo vita e arti.

La si scopre per caso, sfogliando una rivista trovata per caso in una sala d’attesa ma,  immediatamente rapisce il racconto di questa donna straordinaria, cosi fragile a vedersi eppure capace di grandi conquiste.

Laurea in giurisprudenza, Annalena, classe 1943, si trasferisce in Africa per insegnare prima in una scuola governativa.

Colpita negativamente dalla fame dei luoghi e soprattutto da condizioni igieniche sanitarie inesistenti, decide di specializzarsi in medicina e di iniziare degli studi sul male del posto: la tubercolosi.

In Kenia si occupa della sperimentazione sulla cura della lebbra e nel 1976 mette a punto un metodo innovativo per la cura della  tubercolosi. Divenuta responsabile di un progetto per l’ OMS, continua poi a lavorare in Somalia su diverse questioni importanti: tubercolosi e salute da un lato e oppressione femminile, disabilità e poverta’ dall’altra.

Nel 2003 riceve il premio per i Rifugiati dalle Nazioni Unite ma nello stesso anno  viene uccisa da un commando, proprio all’interno di un ospedale da lei fondato.

É da uno scritto di Antoine de Saint-Exupéry“Terra degli uomini” – che Annalena Tonelli prese lo spunto per definire se stessa e la propria vocazione:

«giardiniera di uomini».

E proprio queste parole sono state scelte dal Comitato contro la fame nel mondo di  Forlì,  per ricordare quando fu uccisa a colpi d’arma da fuoco  da un commando islamico mentre tornava a casa proprio dall’ospedale che aveva fondato a Borama, in Somaliland.

Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio. Sono non sposata perché così scelsi nella gioia quando ero giovane. Volevo essere tutta per Dio»,

diceva di se stessa Annalena, figura straordinaria che emerge ancora oggi.

Il racconto della sua grandezza può  e deve essere di stimolo a tanti ragazzi per far comprendere come la grandezza non sta nel clamore e nella eccessiva notorietà quanto in ciò che si compie di grande.

Sandra Orlando

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

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