“Madre sacra” di Maria Cristina Adragna

120661

È assolutamente vero, esisti ancora. Non ti abbiamo debellato in maniera definitiva ma raggiungeremo anche questo agognato traguardo.

Siamo detentori di personalità che hanno contezza piena del significato del termine “progresso scientifico”.

Per il momento stiamo riassaporando un tantino di quella libertà che stavamo cominciando a disconoscere ed è stato un po’ come se fossimo risorti dalle macerie.

Con l’auspicio che l’incubo “Covid19” cessi di esistere a livello globale, dedico a te questi versi colmi di speranza, Signora Italia.

E che Dio abbia cura di rimanere amorevolmente a fianco dell’umanità intera.

MADRE SACRA

S’impregna di vita nuova
l’anelito massacrato,
forgiato dai barlumi
dell’agognata resurrezione.

Ed ora l’esultanza
imprigiona il mio pensiero,
foriero di troppa grazia,
di risa intense,
di sogni accatastati.

Oh, Patria dolente,
figlia del rimbombo
dei grevi sprazzi d’immortalita’,
consolatrice dell’afflizione
di chi ti scelse
per dimorare in gloria,
indomita sultana
di un ampio regno
di fedeltà suprema.

Mi prostro al cospetto
della rinascita e del sentimento,
dei legami incontrastabili
che mi cingono saldamente,
di pochi lembi traballanti
che sopperiscono all’abbandono,
certa che in nessun caso
avresti ambito alla vile resa.

Ti amo come se amassi
l’ultimo istante dell’esistenza,
ti amo come se avessi
detronizzato la mestizia,
ti amo col cuore a pezzi
e con l’istinto di sopravvivenza,
ti amo come il mio Cristo
amo’ i suoi figli e il patimento.

Rialzati, oh Patria immensa,
hai le gambe sanguinanti,
eppur di passi incerti
ne compisti grandemente.

È tempo di sperare,
è tempo di mutare,
Italia, Madre sacra…
È tempo di volare!

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