L’amore e il vuoto. Riflessioni di Francesca Rita Bartoletta

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La nostra antica natura, è governata fin dai suoi albori, da una forza predominante “ l’amore”.
Dante Alighieri, Sommo Poeta, chiude con questi versi il suo viaggio nel Paradiso della Divina Commedia, un luogo dove l’amore tutto illumina.

”ma già volgeva il suo desio e’l velle
Si come rota ch’igualmente è mossa
l’amor che move il sole e l’altre stelle”

Contestualizzando il periodo in cui questi versi sono stati scritti, cioè nel 1300, essi appaiono come una sorta di rivelazione, il quale elimina ogni ragionevole dubbio all’uomo, qualora avanzasse la pretesa d’intervenire sul corso del suo destino e prevaricare, sulla volontà Divina e il disegno dell’Altissimo.

Per gli esseri umani il proprio destino e gli eventi che lo caratterizzano, resteranno un mistero incomprensibile, che pone limiti insormontabili, tali da declinare ogni tentativo di rivalsa, e col capo chino finisce di accettare la vita e i suoi indecifrabili enigmi.

Nonostante il nostro peregrinare terreno, la Volontà Divina, opera e sostiene il mondo e tutto resta immutato, fin dalle sue origini.

Il sole continua a sorgere e riscalda e illumina sul creato, a dispetto se i nostri occhi sprizzano felicità, o sono colmi di lacrime amare.
Poiché la Volontà Divina nutre verso l’uomo amorevole compassione, l’armonia del creato non viene affatto scalfita, se un cuore tradito dall’amore trova rifugio nell’odio. Ella nella sua immensa bontà e perfezione, tende la sua mano misericordiosa e si prodiga a sostenere la fragilità umana, ne comprende il dolore e contempla l’odio come un sentimento di transizione, dove il cuore ferito trova dimora, in attesa che l’urlo di ribellione causato dalla sconfitta amorosa, decanti.

La provvidenza non tarda ad arrivare e quando la compassione cessa di consolare il dolore , dona all’uomo sfiduciato la seconda possibilità. Il cuore risanato dalle sue ferite è pronto a dare e ricevere amore, il più bel dono fra tutti, perché garantisce la sopravvivenza dell’Umanità…perfezione è la vita.

“Amami o odiami , entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi,
sarò sempre nella tua mente”.

Da un sogno di Mezza Estate William Shakespear

Tuttavia, sembra che, l’amore resta il dilemma comune a tutti gli esseri umani, senza distinzione fra sessi e classi sociali, nessuno resta immune dal più nobile tra le forze intellegibili dell’universo, e non manca di farsi beffa, fosse pure l’uomo con le più ampie capacità intellettive. Grazie alla forza dell’amore egli si evolve, smussa i suoi limiti sensoriali, si eleva a livelli superiori, e riscopre se stesso.

E’ tutta colpa di Cupido, il fanciullo nudo e alato, munito di arco e frecce, una freccia per accendere l’amore e l’altra per estinguerlo, e ciechi diventano coloro che sono colpiti dal dardo, privandoli dal senno e della ragione.
Questa è l’immagine metaforica, che rappresenta quello che accade alle persone quando s’innamorano, e nel tempo, vengono evocate, quando in sintesi si cerca di spiegare quanto ad essi è capitato:
E’ stato un colpo di fulmine; ho le farfalle nello stomaco; è stato come un fulmine a ciel sereno“.

Questo è quanto si dice nel gergo dell’opinione pubblica, quando si perde il senno. Ognuno esprime fa fase dell’innamoramento come può e come sa, perché l’amore è una condizione comune. E simili sono gli effetti che l’amore causa.
Cupido nella sua attività di ruffiano, dona agli amanti la sua visione di fanciullo ingenuo, e anch’essi improvvisamente diventano puerili, nei comportamenti. Sui loro visi aleggia beltà e si sorride senza motivo. Com’è tenero l’amore!

Esattamente succede che, i tratti del viso si rilassano, gli occhi appaiono belli e luminosi, quasi languidi, la voce risente della dolce carezza del sentimento e diventa più soave e gentile, e gentili si è con il prossimo.

Un miracolo!

Lo spazio della casa si riduce nelle sue profondità, basta così poco per essere felici. Perfino le quotidiane difficoltà, odiose prima, diventano sopportabili. Se piove, nessun lamento si ode, ma si ringrazia il cielo perché offre agli amanti il pretesto di restare abbracciati a scambiarsi teneri effusioni d’affetto. Melassa pura, quante volte si è detto nei confronti di amici, alle prese dei primi approcci sentimentali, ma la verità è quella che appare, quella è la vera dimensione che vivono le persone quando s’innamorano.

E anche se, lo stato di enfasi dovesse durare solo un giorno, vale la pena viverlo, per avventurarsi nelle vie del paradiso: “Quando sto con te non odio nessuno”.

Meraviglioso!

L’ anima si ripulisce di ogni impurità umana, e la distanza fra l’uomo e Dio si abbrevia. Non importa quanto si è consapevoli, egli apprezza nella stessa misura, la metamorfosi . Improvvisamente prendiamo coscienza del nostro essere e del nostro sentire, tra noi e l’universo non vi è più separazione, ma uno scambio continuo di messaggi, letti dalla nostra parte più nobile : l’anima.

Lo sguardo si posa ovunque con meraviglia, i colori dei tramonti appaiono unici e bellissimi, si scruta il mondo con uno stato d’animo diverso e l’armonia regna fra l’essere e il creato. E la commozione prende il sopravvento nei cuori innamorati, le lacrime scendono facilmente, per esprimere gioia o la compassione. La sensibilità si affina e diventa tenerezza infinita e sfocia nella comprensione. Gli amanti riscoprono l’entusiasmo della vita, desiderano viaggiare e scoprire il mondo, si raccontano continuamente cose, come se non avessero mai dialogato con anima via, vivono in simbiosi e in fiducia…amano prendersi cura una con l’altro e vivono il momento.

Si regalano giorni intensi, e accumulano ricordi, si coccolano con il cibo, tutto è bellissimo e tutto ha un senso…
La vita sterile e gretta che impone la solitudine è sostituita dalla pienezza dell’amore, ogni spazio è colmo di valori positivi essenziali alla vita dell’individuo per affrontare le difficoltà quotidiane.

Ma quando tutto finisce, quando l’idillio abbandona il cuore, la mente, si rimane interdetti.

E se l’amore è un sentimento comune fra gli uomini, lo stesso vale anche per il dolore, quando esso cessa di esistere. Amore e dolore, due facce della stessa medaglia. All’improvviso la luce si spegne, e il buio avvolge quello che rimane, un relitto umano che a stento riesce a pensare. Dubbi e incertezze si impadroniscono dei cuori affranti, il mondo scompare e si resta da soli, abbandonati in un angolo di casa con lo sguardo perso, gli occhi non brillano più. Mi sento vuota… quante volte lo abbiamo sentito dire ? Ma cos’è il vuoto, che valore ha di concreto questa frase?…

Se nel pieno della felicità, il dispiacere è vissuto in pienezza, perché è sostenuto dall’amore, lo stesso non succede quando l’amore non c’è più, esso diventa dolore profondo, atroce, insostenibile, perché si è da soli. Questo è il vuoto, una tragica sostituzione da quello che si era e quello che resta.

Manca come l’aria quel senso di beatitudine conosciuto, intriso di valori utili, che sostengono l’uomo nelle sue attività vitali.

L’animo si svuota dal sentimento nobile e non sopporta di sostenere il peso di sentimenti devastanti, magari estranei al proprio essere e nocivi perché avvelenano il giorno.

Tutto appare difficile e senza futuro. Quel vuoto tanto odiato sicuramente nasce dalla mancanza della persona che si ama, ma è anche il sentire la mancanza di se stessi, quella assurda nostalgia della consuetudine del giorno vissuto con entusiasmo e fiducia.

Lo spazio si dilata, privo della materia che lo teneva in vita , gli dava forma e lo riempiva…l’amore.

Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte”.
W.S.

Francesca Rita Bartoletta

 

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