Erano le 17 e Mariolina stava andando a casa di Claudia.
La figlia l’aveva chiamata di fretta al telefono, voleva parlare con lei, subito.
Ma Mariolina non aveva voglia di giustificarsi, aveva già capito cosa le volesse dire.
Quel pomeriggio voleva ritagliarsi un po’ di tempo per sé, per riflettere. Si avviò a piedi anche se il tempo non prometteva niente di buono , si era rannuvolato.
A lei non importava, non in quel momento. Luigi di solito non le mancava, anche se spesso tornava indietro coi ricordi, nel tempo.
Alcuni giorni, camminando da sola nel viale dove era solita passeggiare, immaginava si stessero per incontrare come facevano una vita fa, si sarebbero seduti al solito tavolino del bar e avrebbero passato un poco di tempo insieme a chiacchierare e a bere del tè.
Se lo avesse incontrato ora, gli avrebbe raccontato di quella tipa così buffa, che era andata ieri in boutique e ci avrebbero scherzato su.
Era impossibile per lei pensare che non gli avrebbe potuto più raccontare niente di quello che le accadeva.
Così continuava a farlo dentro di sé, tornando con la mente a quel punto fortunato nel tempo, in cui si erano incontrati la prima volta. Era un ricordo felice. E ci ripensava con tanta nostalgia.
Anche quel pomeriggio aveva fatto senza pensarci la stessa strada, ripassando così dalla stazione luogo del loro primo incontro avvenuto per caso.
La pioggia improvvisa la riportò indietro negli anni, a quella mattina in cui il destino le fece un regalo. Ricordò in un attimo i colori di quel momento e l’odore della pioggia. Nonostante Claudia l’aspettasse, Mariolina aveva tanta voglia di piangere.
E non sapeva perché, ma le lacrime inondarono le sue guance.Tanto pioveva, comunque sarebbe arrivata in disordine e in ritardo al suo appuntamento.
Angela Amendola
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