La gente t’evita

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La gente t’evita
quando t’ha preso pe’ culo abbastanza.
Abbastanza… Troppo.
T”evita quando…
Quando t’ha presa pe’ buciarda.
Dicendo così :
cornuto all’asino che lo chiamava pe’ nome…
Tale Bove El Toro.
La gente t’evita
per non voler sapere la verità.
Pe lo spavento che po’ fa
l’onestà della semplicità.
T’evita perché oggi è stanca,
domani t’eviterà perché è impegnata,
dopodomani perché lavora,
o dorme, o mangia, O… O… O…
T’evitano perché vicino,
poco prima della O, ce parcheggiano una I…
e insieme fanno soltanto un…IO.
La gente t’evita
perché non sa più che cazzata inventasse
pe riaverti accanto.
Sti pori disgrazziati
sanno che t’hanno talmente deluso
che c’è vorrebbe solo un…miracolo.
E ne so’ maledettamente coscienti.
La gente t’evita
Quando non gli serve niente.
Quando non deve tappa i buchi delle loro misere giornate.
T’evita quando ha raggiunto il proprio scopo,
e quando non riesce a manipolarti come vorrebbe.
T’evitano i pidocchi rifatti.
Quella gente che ha rimediato du soldi sul culo d’altri,
e restano convinti d’esse diventati gran signori.
Ma come diceva il grande Totò
“Signori si nasce, ed io lo naqui”.
T’evitano i codardi e i poveri d’anima,
i traditori e i maligni,
ed anche chi non se vo’ accollà i problemi tuoi.
T’evitano in tanti.
Ma resta comunque che…
la gente non potrà mai evitare d’essere vista ed ascoltata dal Cielo.
Puoi evitare chiunque tranne la tua coscienza.
Chest’è!!!
Voglio un mondo dove sia vietato evitarsi…
Dove nulla mai possa portare le genti a farlo.
Voglio un mondo semplice ed equamente soffice.
La gente t’evita
pure quando non c’hai er core uguale al suo…
Un Core grosso,
troppo grosso pe’ le carogne che so abituate a magnarselo.

Umberta Di Stefano
8ott2021

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Umberta Di Stefano
Mi chiamo Umberta Di Stefano e sono nata e cresciuta a Ceccano (FR), dove vivo. Sposata, mamma di tre ragazzi (Andrea, Chiara e Valeria), grande lavoratrice fino a qualche anno fa. Oggi mi dedico alla mia famiglia, alla lettura, alla scrittura e collaboro con molte associazioni nazionali e locali. Scrivo dal 2013, dalla data della mia prima opera “L’Angelo che prestò le sue Ali ad una Fenice”, ma in cuor mio l’ho sempre fatto. Data la mia pessima “grammatica giovanile”, ciò che realmente la vita aveva in serbo per me, s’è quindi rivelato in tarda età. Sono in varie raccolte di poesie delle “Edizioni il Viandante”, Casa Editrice che mi ha tenuta a battesimo e ciò non si può dimenticare. Con loro ho pubblicato nel 2018 “Un Angelo senza Memorie”. Oggi sono una donna ancora più determinata ad imparare tutto ciò che mi manca per poter raccontare le tante verità, dal mio punto di vista, secondo la maturità che ho raggiunto in questi anni e che spesso il mondo fa finta di non vedere. Dio ci benedica tutti!

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