Laura viveva in un appartamento al terzo piano di un vecchio palazzo nel cuore della città. La sua vita era caratterizzata da una routine tranquilla, ma, a volte, si sentiva prigioniera della monotonia.
Ogni mattina, prima di iniziare la giornata, si sedeva sulla sua poltrona preferita accanto alla finestra, da cui poteva osservare il mondo esterno.
La finestra era come un portale che la collegava alla vita che scorreva al di fuori. Laura amava osservare le persone che passavano: i genitori che accompagnavano i figli a scuola, le coppie che camminavano mano nella mano e i venditori ambulanti che proponevano il loro mercato di frutta e verdura.
Lei aveva un dono speciale: sapeva leggere i volti delle persone.
Ogni volta che guardava qualcuno, riusciva a percepire le storie nascoste nei loro tratti.
Ogni volto raccontava una storia, e Laura si divertiva a immaginare le vite di quelle persone.
Ogni volto era un racconto unico, il burbero fabbro che nascondeva la gentilezza sotto una facciata dura, la dolce vecchietta che aveva visto il suo mondo cambiare, e il giovane sognatore con gli occhi pieni di ambizioni.
Un giorno, mentre guardava, notò una giovane donna seduta su una panchina proprio di fronte al suo palazzo. La donna sembrava persa nei suoi pensieri, con un libro aperto sulle ginocchia ma gli occhi fissi nel vuoto.
Laura sentì una fitta di curiosità e desiderio di connessione. Decise di scrivere un breve messaggio su un pezzo di carta e, con un gesto impulsivo, lo mise in un sacchetto di carta e lo lanciò dalla finestra.
Il messaggio diceva: “Se hai voglia di condividere una chiacchierata, io sono qui, alla finestra.” Dopo alcuni minuti, la giovane donna alzò lo sguardo e, sorpresa, si avvicinò al palazzo. Laura sorrise e le fece cenno di salire.
Quando la giovane donna entrò nella sua casa, si presentò come Sofia. Le due donne iniziarono a chiacchierare, scoprendo di avere molto in comune.
Lei iniziò a raccontare di un amore perduto, di sogni infranti e di speranze che sembravano svanire. Mentre le parole fluivano, davano vita a un volto che esprimeva non solo bellezza, ma anche la vulnerabilità.
Il volto raccontava una storia di resilienza e determinazione. Entrambe sentivano il peso della solitudine, ma anche il desiderio di esplorare il mondo oltre le loro finestre.
Così, decisero di fare un accordo: ogni mercoledì si sarebbero incontrate per un caffè e una passeggiata nel parco.
Le settimane passarono e la loro amicizia crebbe. Laura scoprì che Sofia era un’artista, piena di sogni e idee, mentre lei si sentiva ispirata dalla creatività della giovane donna.
Insieme, iniziarono a esplorare la città, visitando gallerie d’arte e mercatini vintage.
La vita di Laura si riempì di colori e risate, e la finestra che una volta era solo un osservatorio divenne un simbolo di nuove opportunità.
Un giorno, mentre si trovavano nel parco, Sofia chiese a Laura se avesse mai pensato di disegnare. Laura fu sorpresa, ammise che da giovane aveva sempre amato il disegno, ma aveva smesso per mancanza di tempo e coraggio.
“Iniziamo di nuovo,” disse Sofia, con un sorriso incoraggiante. E così, le due donne si ritrovarono a disegnare insieme, riscoprendo gioia di esprimere se stesse.
Da quel giorno, Laura non si sedette più semplicemente accanto alla finestra per osservare il mondo, ma per parteciparvi attivamente.
Con Sofia al suo fianco, imparò che la vita era piena di sorprese e che le connessioni umane potevano trasformare la solitudine in una bellissima avventura. La finestra non era più solo un vetro che separava, ma un’apertura verso nuove esperienze e amicizie.
In quel processo, scoprirono la bellezza delle loro esperienze, la connessione tra di loro e l’importanza di essere ascoltati.
Il volto di ogni persona divenne un mosaico di emozioni, esperienze e sogni.
Angela Amendola