Ogni tanto, a noi donne, viene voglia di eliminare il superfluo.
Buttare via carte e vecchi documenti, riordinare i libri e capita anche a me.
È così che mi sono imbattuta in un vecchio libro, del quale non menzionerò il titolo, per ovvie ragioni. Feci da relatore durante una presentazione e per me, fu motivo d’orgoglio perché si tratta di un libro importante.
È un saggio, un diario scritto durante un particolare periodo storico.
Si tratta di un’opera imparziale, libera dai condizionamenti, non lasciando spazio ai dubbi in quanto si tratta di copie tratte da un diario.
È il diario di Domenico Petromasi, un’opera che rivaluta la figura del Cardinale Ruffo!
Chi è Domenico Petromasi?
È il testimone oculare dei fatti narrati. Fatti avvenuti nel momento in cui portava la divisa da Tenente Colonnello, sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone, il quale, affidava al Cardinale Ruffo, la rieducazione religiosa del popolo. Correva l’anno 1799 e il re, nel frattempo, riparava a Palermo.
La famiglia Petromasi ha servito per generazioni il Regio Esercito delle Due Sicilie. Domenico nacque a Siracusa nel 1766.
Fu un giovane brillante e conseguì la laurea in medicina teoretica, all’età di 24 anni. Scoppiata un’epidemia di colera in buona parte del Regno, si diede alle pubblicazioni che, dato gli argomenti trattati, gli spalancarono le porte del mondo accademico della medicina. In poco tempo divenne un punto di riferimento per i migliori professori e medici.
Le sue consulenze erano richieste nelle maggiori città della Sicilia. Nel 1799 aveva 33 anni ed era già un personaggio di spessore.
La riconquista del Regno di Napoli, da parte dell’armata di Santa Fede, guidata dal Cardinale Fabrizio Ruffo, divenne la sua storia. Svestì il camice da medico, per indossare i panni del commissario di guerra.
Due anni più tardi, nel 1801, raccontò l’impresa di restituzione dell’indipendenza alla nazione napoletana, allontanando per sempre i francesi. Dopo la stesura della Storia della spedizione, di Pietromasi, si perdono definitivamente le tracce.
La città di Monteleone (oggi Vibo Valentia), era dichiaratamente giacobina ed è risaputo che il Cardinale Ruffo, il 10 marzo del 1799, fece abbattere l’albero della libertà in Piazza Mayo, e vi fece innalzare la croce Sanfedista.
Molti furono i nobili condotti presso i conventi per essere educati alla religione. L’accusa era pesante e doveva essere pagata con la preghiera.
In cuor mio, viste le sue capacità in campo medico, voglio credere che il Petromasi, indossato di nuovo il camice bianco, sia tornato a prestare le sue cure a chi continua ad averne bisogno.