Jar bellissima conchiglia- parte II

128751

Clicca il link qui sotto e leggi la prima parte:

Jar, bellissima conchiglia…

Jar bellissima conchiglia  – parte II e fine

Jar non trascurò alcun particolare, gli raccontò anche del suo antico sogno, delle sue aspettative. Gli disse che avrebbe voluto conservare dentro di sé quella creatura, perché ormai  essa non apparteneva né al mare né alla terra.

Gli parlò dell’amore che aveva messo nei suoi gesti di cura, dell’ amore che la creatura aveva fatto trapelare dai suoi sguardi.

Gli parlò dei suoi limiti a vivere in un guscio, seppur così bello. Pianse lacrime di amore, di tristezza e di speranza.

Pianse senza accorgersi che ogni sua lacrima si stava raccogliendo in uno strano oggetto che Nereo teneva in mano.

Poi, d’un tratto, Nereo prese l’oggetto che aveva in mano e che chiamò Mjet , lo manipolò tra le sue grandi mani, senza far cadere neanche una lacrima di Jar, ne plasmò una lunga coda di sirena e la porse a Jar dicendole:

Io ho colto il tuo amore ed il tuo senso di sacrificio. Ora hai la possibilità di rendere libera questa creatura. Puoi avvicinare al suo corpo questa coda nuova che avrà subito vita e lei diventerà la sirena che tu avresti voluto essere. Sai bene che lei ti lascerà. Dovrà andare lontano senza te. Forse non ti dimenticherà, ma di certo andrà via.

Oppure puoi nascondere questo mio regalo. Puoi anche tenere la coda per te, anche se tu non potrai mai diventare una sirena.

Ti ho dato questa possibilità. A te la decisione.

Addio Jar, sei stata comunque molto brava e per questo ti ho premiato”.

Andò via come era arrivato, senza echi, ma fluttuando da vero dio, dirigendosi a controllare le sue 100 figlie, le Ninfe, sparse nelle acque e sempre impegnate a dare aiuto ai naviganti che solcano i mari.

Jar restò sola.

La creatura era distesa accanto, ma non aveva potuto cogliere nulla di quella conversazione.

Jar la accarezzò.

Sapeva che non avrebbe indugiato  ad offrirle la libertà, ma cercava di trattenere ancora qualche momento di amore e di dolcezza fra loro.

Sapeva che l’avrebbe persa per sempre , ma sapeva anche che non era mai stata sua.

Le prese le braccia, la tirò su e le adagiò accanto la coda di Nereo.

Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare per fondere le due parti, ma incrociò i suoi occhi spalancati e fu in un attimo che la coda vibrò, guizzò, si fuse al corpo della creatura. Si formò una sirena un po’ strana, non era bellissima come nei sogni di Jar, era una sirena lenta, poco armoniosa, quasi legata in sembianze improprie.

Stupita di questa nuova energia che la muoveva, la sirena assecondò  il moto della coda. Capì che le dava la possibilità di muoversi, finalmente. Guardò in alto e vide un cono di luce sopra di loro. Senza esitazione seguì quella luce e sparì agli occhi di Jar che restò sola.

Non conosceva quella sensazione di distacco. Avvertiva una tristezza profonda che la turbò.

Capì di aver perso per sempre la sua amica.

La sua conchiglia era rimasta dilatata, ma ora voleva chiudersi e stringersi nel suo dolore.

Passarono alcuni giorni e Jar sempre triste rivedeva come in un film i giorni trascorsi con la sirena.

Una sera di particolare oscurità sul fondale percepì dei movimenti intorno alla sua conchiglia. Lentamente si dischiuse e subito si imbatté in quella strana peluria intorno agli occhi che ben conosceva. La sirena era davanti a lei e la guardava con lo stesso amore di sempre. Jar si aprì al limite delle sue forze e del suo guscio.

La sirena adagiò parte del suo lungo corpo dentro di lei e si assopì.

Jar rimase a guardarla tutta la notte, a vegliare il suo sonno.

Il lungo corpo adagiato sulla roccia , ma la testa infilata nel suo guscio che emanava il brillio della madreperla ed il tepore dell’amore.

Da allora ogni notte la sirena torna dall’ostrica. Riposano insieme.

Al mattino la sirena parte per le sue avventure fra mare, cielo e terra ma la sera torna sempre da Jar.

Jar non è più sola, aspetta ogni giorno le oscurità degli abissi per vivere la sua storia d’amore.

Il possesso non è amore.

Amore è libertà di essere se stessi, donandosi all’altro e avendone cura.

                                                                               Fiorella Grillo

Previous articleJar, bellissima conchiglia…
Next articleA Carnevale ogni scherzo vale
Fiorella Grillo
Sono nata il giorno di San Valentino del 1958 e questo fa di me una insanabile romantica, ma l’influenza del mio segno zodiacale (Acquario) mi induce ad essere una donna determinata, ottimista, creativa. Ho scritto il mio primo libro (ancora nel cassetto, mai pubblicato) a 15 anni affrontando problematiche sociali e di droga. Storie e poesie hanno sempre costituito il mio angolo di cielo letterario, scrivendo di vita e di morte, di giovani e di sogni. Nella quotidianità mi occupo di Riabilitazione Neuromotoria e da 14 anni, di fisioterapia nell’ambito della Lega del Filo d’Oro che si occupa di persone sordocieche e con gravi disabilità. Il contesto lavorativo ha inciso fortemente sulla mia persona offrendomi la possibilità di guardare alla disabilità come uno strumento di costruzione e non come un limite. Socialmente e culturalmente sono sempre stata impegnata: per 20 anni attiva in organizzazione di eventi a tutela delle donne, ho fondato la Consulta Femminile nella mia Città, ho seguito un percorso politico fermandomi un attimo prima della candidatura a sindaco. Vivo e lavoro nella bella Puglia (nata a Molfetta, risiedo a Giovinazzo) e sono orgogliosa moglie, madre e felice neononna…

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here