“La mia musica non è etichettabile in un genere e basta.
È musica di Achille Lauro. Punto”
Artista fortemente eclettico, che trova la propria unicità nella continua innovazione, Achille Lauro, pseudonimo di Lauro De Marinis, rappresenta oggi un riferimento per il mondo della musica e della moda.
Icona di stile e simbolo della sperimentazione musicale contemporanea, nasce a Verona l’ 11 luglio 1990, ma cresce a Roma in un contesto familiare instabile e in condizioni economiche precarie.
“Sembrava che nessuno fosse al posto giusto, che nessuno provasse ciò che doveva provare…e spesso dicevo ai miei amici che avevo già cenato perché mi vergognavo di non poter comprare neanche una pizza”, scrive in uno dei suoi libri.
Bambino brillante inizia però presto a frequentare i quartieri popolari romani come Municipio III, Conca d’Oro e Serpentara, dove conduce uno stile di vita da strada fatto di eccessi tra droga e furti “spacciavo e rubavo perché avevo un desiderio ossessivo di possedere”.
All’età di 14 anni, in seguito al trasferimento dei genitori per motivi di lavoro, si ritrova a vivere con il fratello maggiore, Fez, dj e producer della crew Quarto blocco, gruppo rap della zona, di cui presto Lauro ne diventa l’artista di spicco.
Entrato nel mondo del rap underground e del punk rock, nel 2012 esce, in free download, il suo primo mixtape Barabba, opera rudimentale e step fondamentale della sua carriera.
Ma la sua ascesa inizia in seguito all’incontro con Noys Narcos, storico nome della scena musicale romana e milanese, che lo accoglie sotto la propria ala favorendone l’ingresso, nel 2013, nell’etichetta Roccia Music con a capo Marracash e Shablo, i due guru del rap.
Nel 2014, esce il primo album Achille Idol Immortale, che si discosta dal raptradizionale, sia per le sonorità “trap” non tipicamente hip-hop, sia per la lettura “lauriana”, alla chiusura di ogni traccia, di un versetto evangelico.
Nel 2015 nasce l’EP Young Crazy seguito dall’ album Dio c’è quest’ultimo con un sound hip.
Qui il leitmotiv conducente è il mondo della droga e della criminalità, il suo passato burrascoso. Il titolo dell’album sembra essere un altro riferimento alla religione cristiana, come lo erano i versetti recitati in Achille Idol Immortale, ma Dio c’è è null’altro che una sigla per “Droga in offerta costi economici” come cita lo stesso Lauro in un brano.
Dopo due anni di sodalizio con la Roccia Music, il rapporto si rompe bruscamente e nel 2016 fonda una sua etichetta indipendente, la No Face Agency con la quale produce Ragazzi madre, quest’ ultimo il suo lavoro più apprezzato.
Nel 2017, dopo aver partecipato con Boss Doms, il suo beat maker, come coppia di compositori, a Pechino Express, firma il suo primo contratto Major con la Sony Music.
Nel 2018 arriva Pour l’amour, progetto puramente sperimentale, in cui vengono incanalate influenze musicali di ogni genere, come un’ opera fusion: dalla sonorità napoletana a quella house, da quella sudamericana a quella trap. Lauro ha dichiarato di aver realizzato il disco su ispirazione tecnica dei Doors, ovvero isolando se stesso e gli artisti in collaborazione in una villa, dove poter concepire questo ed altri due album in studio, da pubblicare come una sorta di trilogia; a ciò si aggiunge anche l’assunzione di microdosi di stupefacenti per stimolare la produzione artistica senza devianze. L’Album consacra Achille Lauro a freak assoluto della scena trap italiana.
Nel 2019 approda, con la compartecipazione di Boss Doms, alla 69^ edizione di Sanremo, con il brano Rolls Royce, pezzo rock molto contestato che lo rende però popolare ad un pubblico più vasto. Diverse testate giornalistiche accolgono positivamente le sonorità anticonformiste proposte da Achille Lauro.
“Non penso di essere fuori posto a Sanremo” afferma Achille Lauro a tal proposito, “…Il pezzo è trasversale, può piacere a tutti. Nasce con una chitarra scordata, un taccuino e una penna. Poi l’abbiamo finalizzato in una villa che prendiamo proprio per creare musica, insieme a 20-30 musicisti, senza essere contaminati dalle mode ma pensando solo a quello che potesse piacere a noi.“.
Nel brano vengono citati miti della musica rock nonché personaggi della cultura popolare: idoli che Achille Lauro insegue, prendendo la lussuosa Rolls Royce come simbolo della vita da rockstar.
Nel gennaio 2019 viene pubblicato la sua autobiografia “Sono io Amleto”, edita da Rizzoli e l’album 1969 ; ma la vera svolta che ha amplificato la percezione del suo essere artista avviene nel febbraio del 2020 al Festival di Sanremo in cui porta il brano Me ne frego.
Achille Lauro è il protagonista indiscusso del Festival con i suoi look eccentrici colmi di significato e la sua intensa e teatrale interpretazione, in coppia con una strepitosa Annalisa, del brano Gli uomini non cambiano.
Il 24 luglio esce 1990, sesto album in studio dell’artista, progetto ambizioso che abbraccia in modo originale la dance music anni ’90.
Il 19 maggio 2020, sempre per Rizzoli, viene pubblicato il suo secondo libro “16 Marzo: L’Ultima notte”…
Achille Lauro continua a far parlare di sé e a dividere la critica musicale.
Questo, per lui, è un bene inestimabile.
A molti non piace, eppure ne parlano; ad altri piace molto, ma si fa fatica a capire il perché. Il dato di fatto è comunque che Lauro è riuscito a sviluppare la naturale evoluzione della trap italiana, che nelle intenzioni parte dal rap ma poi trova la sua più compiuta realizzazione nel pop.
Ma Il pop di Achille Lauro è però molto più stratificato e complesso di quanto possa sembrare. Lo si vuole inquadrare in un genere ma non c’è modo di etichettarlo.
La speranza è che con Achille Lauro possa nascere, aggregando diversi ambiti e linguaggi, un nuovo pop riferito alla stratificazione dell’immaginario che si fa progetto artistico.
“Un giorno un ragazzo mi chiese “Cos’è il punk?”
Io diedi un calcio a un bidone e dissi “Questo”
E allora lui fece la stessa cosa e mi chiese “Questo è punk?”
E io risposi “No, questa è solo imitazione”
Billie Joe Armtrong , Green Day.
Fine prima Parte…
Maria Orlando