Io e MasterChef

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È risaputo che la religione cristiana-cattolica è ostile a tutto quello che può apportarci piacere e che può allontanarci dall’amore verso Dio.

Nei secoli, i vari esegeti elencarono gli squilibri alle inclinazioni, denominandoli vizi.

Ne elencarono 7 e uno di questi è la gola.

Il piacere del gusto unito all’odorato è stato considerato sempre peccaminoso.

L’ambito religioso però è stato surclassato da quello laico e la cucina è diventata un’arte che poco o nulla se ne importa delle valutazioni peccaminose.

Il gusto è diventato un senso affinato e raffinato, e il cimentarsi in piatti ricercati e gustosi è diventata la regola.

Le prelibatezze sono ora alla portata di tutti mentre prima erano riservate ad alcune classi sociali.

Si scrive di ricette, si propongono trasmissioni specializzate, il web pullula di cuochi esperti come di abili improvvisatori, insomma anche la cucina fa spettacolo.

Non posso nascondere che alcuni format di cucina trasmettono quell’antagonismo coinvolgente che a volte supera quello sportivo.

Ho seguito con interesse alcune puntate di Masterchef, non sembra credibile ma mi sono appassionato alle sfide tra i concorrenti e sono rimasto attratto dall’inventiva dimostrata nonché dalle particolarità delle valutazioni dei giudici e basate su sensazioni soggettive e percettive che loro rendevano condivisibili.

I concorrenti hanno manifestato una passione eccezionale verso la cucina ed io, semplice nei gusti, ancorato al ragù alla bolognese e al pollo con le patate, ho scoperto un mondo che vale la pena esplorare.

I concorrenti in alcuni casi hanno pianto e così pure gli chef.

Tanti di loro avevano il sogno di diventare master chef, ma si sa solo uno arriva alla meta, ma nella cordata ognuno ha lasciato una traccia di sé nell’altro.

La severità dei giudici non ha fatto perdere alla gara il rapporto umano e di affetto tra loro e tra i concorrenti, da ultimo mi ha colpito la commozione di Cannavacciuolo all’eliminazione di un concorrente.

Momenti molto toccanti che solo un reale coinvolgimento può provocare, dai fornelli si è passati al cuore.

Da gara culinaria si è passati ad un percorso psicologico e di maturazione. La pandemia costringendoci a stare tra le mura domestiche ci ha portati non solo a seguire queste trasmissioni ma ha creato in molti di noi delle aspirazioni gastronomiche e ci ha fatto cimentare nelle sperimentazioni in cucina.

È stato gioco forza seguire le ricette che venivano pubblicate sul web dagli appassionati e anche io ho tentato qualche esperimento.

Diciamo che ho rischiato l’incendio con probabili ustioni: non si possono buttare le patate ancora bagnate nell’olio bollente.

Mi ha salvato mia moglie che mi ha da quel giorno proibito di avvicinarmi ai fornelli e di seguire le puntate di Masterchef in TV.

Rodolfo Bagnato 

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