Anche questa volta, il Signor Draghi, ha perso una buona occasione per tacere.
Mi riferisco al “caso” Lavrov e alle conseguenti polemiche che ne sono scaturite, dopo l’intervista rilasciata, da parte di quest’ultimo, al giornalista Giuseppe Brindisi nel corso della sua trasmissione su Rete 4.
La polemica verte soprattutto su una presunta mancanza di dibattito, vale a dire, non è finita in pagliacciata come avrebbero fatto altri giornalisti su altre reti: non dovrebbe essere difficile capire che in uno “scoop” giornalistico come quello di cui stiamo parlando, il dibattito diventa secondario, in quanto, lasciando parlare il personaggio, con argomentazioni certamente discutibili e, come nel caso in specie, alquanto provocatorie, ciò che conta è la scia che ne sussegue, la discussione a livello internazionale, l’idea critica dell’opinione pubblica.
Le domande di Brindisi sono state opportune e stimolanti, il resto doveva scaturire da sé, così com’è avvenuto.
La situazione più imbarazzante, invece, l’ha creata proprio Draghi e una parte di giornalisti, mossi, evidentemente, anche da una buona dose di invidia, tutto sommato, umanamente giustificabile.
Piuttosto, mi viene da pensare, se non ci sia una certa paura nel lasciar riflettere liberamente i cittadini, per cui, con insana ipocrisia, si montano polemiche pretestuose, mettendo in mezzo Berlusconi con fantomatiche costruzioni, reagendo con finti atteggiamenti scandalizzati, assumendo atteggiamenti spregiativi verso un bravo giornalista che sa unire professionalità ed educazione.
Se abbiamo compreso che in Russia la libertà di informazione è limitata e vige una forte censura, in un Paese come l’Italia che vanta una solida democrazia, le tentazioni censorie non mancano certamente, vedi il caso della trasmissione di Bianca Berlinguer, rea di dare spazio ad una informazione pluralista, vedi il caso Orsini, mal digerito dall’establiscement del potere, e tutti quei casi in cui, se non dici che gli ucraini sono bravi, buoni e totalmente privi di ogni responsabilità, apriti cielo, altro che democrazia…
Ma vi sembra normale che non possono essere invitati gli artisti russi? Sgarbi ha pienamente ragione, tutti questo è semplicemente vergognoso. L’intervista di Lavrov è stato un momento di comunicazione importante, noi cittadini ci siamo resi perfettamente conto di quanto ha affermato e siamo perfettamente capaci di tirare le dovute conclusioni.
Il Paese non credo si sia sentito “oltraggiato” di quanto avvenuto in Tv, personalmente mi sono sentito oltraggiato dopo aver ascoltato le infelici uscite del Signor Draghi, il quale, ha toccato, per una ennesima volta, il fondo, insieme ad una parte della politica italiana.
Un’ultima osservazione: a prescindere dai contenuti, avete notato la professionalità e la educazione dei giornalisti russi, pur trovandosi in una condizione estremamente difficile, quando sono ospiti in televisione, e invece la maleducazione, l’intolleranza e l’arroganza dei giornalisti ucraini?
Intanto, stanno per arrivare le epurazioni da parte del trio DraghiLettaFuortes… W la Rai cantava Renato Zero.
Tommaso Cozzitorto
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