In principio fu Goldrake

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Era il 4 Aprile del 1978 quando Goldrake fece la sua prima apparizione sugli schermi TV delle nostre case. Quello strano oggetto volante, enorme robot dai movimenti umani, spalancava un universo nuovo ai bambini e adolescenti della nuova generazione . All’inizio si chiamava Atlas Ufo Robot, e la canzoncina della sigla iniziale ( disco d’oro e oltre un milione di copie vendute), ci catapultava in una dimensione sconosciuta : quella dei Manga giapponesi.

“Goldrake” presto diventò un appuntamento imperdibile e a lungo andare generò un vero e proprio fenomeno di massa aprendo la strada all’era dei cartoni animati giapponesi centrati sui robot e sulla fantascienza, naturalmente con sostenitori e opinioni contrarie.

Ma chi era questo fantomatico gigante di ferro che “Leggeva libri di cibernetica” e si nutriva di “insalate di matematica?”.

In realtà lo si poteva definire come l’alter ego del suo pilota, Actarus, l’eroe alieno della saga, che aveva trovato rifugio sulla terra dopo la conquista del suo pianeta da parte dei Vegani; accanto a lui un terrestre, Alcor, che era stato già protagonista della serie precedente Mazinga (trasmessa in Italia però soltanto dopo il successo di Goldrake).

Ovunque ci fosse un pericolo, Actarus correva, entrando nel tunnel che lo avrebbe trasportato nella cabina di comando di Goldrake sotto una tempesta di luci scintillanti, musiche forti e suoni acuti, tipici dello stile di animazione giapponese.

Il bene naturalmente trionfava sul male in ogni episodio anche se la paura dell’alieno restava, sospesa, fino alla nuova successiva puntata.

Il successo della serie rimase inalterato per molto tempo divenne un vero fenomeno di costume, generando un’attenzione quasi maniacale, a cui oggi siamo abbastanza abituati, ma molto insolita per quegli anni. Goldrake aveva inaugurato qualcosa di nuovo, si era aperta una porta e ne sarebbero seguite altre, sarebbero nati molti altri super eroi di acciaio (tra cui l’altrettanto famoso Jeeg Robot), e molto più semplice sarebbe divenuta la strada da percorrere ora per tantissimi altri anime di cultura nipponica.

Non esistevano più solo i Flinstones, o Snoopy, o Charlie Brown e Braccio di Ferro. Accanto a loro esisteva una nuova possibile animazione, una dimensione “altra” a cui i bambini potevano accedere rispondendo ad una richiesta nuova e più moderna, ad una curiosità verso un universo fantastico sempre più presente nel nuovo immaginario collettivo dell’infanzia e dell’adolescenza.

I super eroi Marvel erano stati iniziatori di una rivoluzione mentale nell’animazione e Goldrake proseguiva il cammino esplorandone nuove possibilità. Entrando nelle case di tutti alle 18:45, Goldrake e Actarus fecero entrare ognuno di noi in un nuovo mondo fatto di computer, cyborg, tute spaziali, armi spaziali, trasformando la fantascienza da miraggio a protagonista dell’animazione e soprattutto della fantasia dei bambini.

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