“In me” di U. Di Stefano

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In me

In me c’è l’angustiante emozione,
d’una malinconia che vede,
sente, percepisce e sa…

Che c’è bisogno d’amore
per riuscire a vincere sempre
in qualunque cosa, situazione, rapporto.

In me,
un ruggito ribelle.

Come nel pieno d’un amplesso fra …
desiderio di felicità e
essere felice.

In me,
c’è l’aria viziata delle ombre che credevo uomini e il marciume di uomini inutili…

Ombre.

In me c’è tutto quello che non ho mai voluto,
perché?

Perché non ho mai scelto ME…

In me
devo esserci per prima …IO,
poi chi merita la mia stima e la mia devozione, chi è disposto a fare di più di quello che so fare io, e me lo insegna per il piacere di vedermi crescere, evolvendo sempre più… in ciò che sono.

In me.

Ci sono molte ombre, troppi finti uomini,
giganti in catene e vermi con il potere.

Ci sono soldatini di latta, freddi inverni e natali solitari, nella voglia di credere nella magia.

Ci sono fate, angeli e folletti.

E li tengo li, come in una bella vetrina, perché?

Perché non ho più le forze per credere che …
*qualcosa di bello per me, deve, ancora, venire*

Umberta Umby Di Stefano

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Umberta Di Stefano
Mi chiamo Umberta Di Stefano e sono nata e cresciuta a Ceccano (FR), dove vivo. Sposata, mamma di tre ragazzi (Andrea, Chiara e Valeria), grande lavoratrice fino a qualche anno fa. Oggi mi dedico alla mia famiglia, alla lettura, alla scrittura e collaboro con molte associazioni nazionali e locali. Scrivo dal 2013, dalla data della mia prima opera “L’Angelo che prestò le sue Ali ad una Fenice”, ma in cuor mio l’ho sempre fatto. Data la mia pessima “grammatica giovanile”, ciò che realmente la vita aveva in serbo per me, s’è quindi rivelato in tarda età. Sono in varie raccolte di poesie delle “Edizioni il Viandante”, Casa Editrice che mi ha tenuta a battesimo e ciò non si può dimenticare. Con loro ho pubblicato nel 2018 “Un Angelo senza Memorie”. Oggi sono una donna ancora più determinata ad imparare tutto ciò che mi manca per poter raccontare le tante verità, dal mio punto di vista, secondo la maturità che ho raggiunto in questi anni e che spesso il mondo fa finta di non vedere. Dio ci benedica tutti!

1 COMMENT

  1. “Chi è felice è pazzo”, lessi tempo fa, non so più dove; ed, inoltre, “Similis cum simillibus”: tutti quaraquaquà!
    Se si “fermenta” in aria viziata, è ovvio ch’essa diviene putrida: questa è la notte dei morti viventi / fantasmi od ombre che dir si voglia.
    In te ipsa rede: v’è un’icona del male? (mal- in- conia); e, se si è causa del proprio mal, si pianga se stessa. Egoismo per egoismo, ecco le vittorie di Pirro! E’ vecchia la legge del taglione.
    Ecco il vero perché; guardarsi allo specchio, farebbe tanto bene.
    Apri (fracassa) ‘sta vetrinetta, metti in circolazione gli angeli e lascia da parte sia le fate sia i folletti.
    Non aspettare il bello, s’è vero che la tua malinconia…vede, sente, percepisce e sa…, oppure non sa cogliere dall’emozione, ch’eppure angustia?
    “Non sempre si può vincere, bisogna saper perdere…” (cantava, tempo fa, una popolarissima canzone; tutt’ora attuale!): NON voler essere un MITO, sii te stessa.
    Non occorrono forze per credere, serve solo un pò d’umiltà.
    Ed, infine, ricorda che c’era qualcuno /a che cantava: “( …) i tuoi occhi verdi che non mi amano più (…), poiché amor con amor si paga.
    (Chiedo scusa sia del tono sia del ritardo e, s’è gradita, ecco la mia disponibilità: 1945074@gmail.com
    Michele dr. DI GIUSEPPE

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