Il rancore

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Oggi più che mai si trovano sempre più motivi per scatenare questo misto di rabbia e sdegno e di spingerlo fino alla palude dell’odio, chiamato rancore.

In politica, gli anarchici, i no vax, in famiglia…

Potrebbe essere un torto subito, una presunta ferita da qualcuno che non ci aspettavamo, un senso di invidia per chi ha ottenuto dei risultati inaspettati, che noi non siamo riusciti neanche a sfiorare, un complesso di inferiorità rispetto a quanti riescono a suscitare empatia e ammirazione, senza neanche sforzarsi troppo, quasi in modo naturale, istintivo, un rimpianto per ciò che potevamo fare e non abbiamo fatto.

C’è qualcosa di irrisolto che abbiamo dentro e non vogliamo chiudere, e la “colpa” è sempre degli altri!
Non riusciamo a voltare pagina, e neanche riflettiamo su chi davvero paga il prezzo di questa inerzia: noi stessi.

Il rancore è un insetticida dell’amore: nel momento in cui “lo spruzziamo”, la vita si impoverisce, il cuore si indurisce e rischiamo di restare intrappolati nella solitudine del nostro egoismo.

Lontani dal piacere di una vita fatta di relazioni sane, dense e leggere ma allo stesso tempo gioiose, costruttive e profonde. Inutili per il mondo e quindi derubati di quell’attenzione che di fatto è un sinonimo d’amore.

Un’altra vittima del rancore è l’energia fisica.

Abbassa le difese immunitarie e aumenta i rischi di malattie cardiache.

Le persone rancorose hanno precisi connotati estetici.
Sguardi torvi, ma innanzitutto muscoli facciali induriti, atteggiamenti sempre scostanti e solitari.
È la fatica del rancore, odore di muffa ovunque sulla nostra persona. Muffa esatto.

Il rancore spande cattivi odori, come di una cosa stantia, solo muffa, come è chiaro già nell’etimologia stessa della parola che deriva dal latino rancere, ovvero rancido.

E rischiamo, nel naufragio dell’intolleranza verso i presunti responsabili, di non capire il senso della vita, i punti cardinali dello stare al mondo, il tessuto vitale, i sentimenti alla base delle relazioni…la gioia di vivere.

La realtà delle cose sfugge, si diventa irragionevoli, maleducati, violenti, conta solo ciò che vediamo non oltre il nostro ombelico, persone che chiudono il loro cuore, rinunciano al valore dei fondamentali, come la gentilezza, la tolleranza, l’amore.

E ALLA FINE DI TUTTO, CONVIENE?

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