Addio ad Olivia Newton John con ‘Grease’ un cult senza tempo che inneggia alla musica

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Olivia Newton John si è spenta dopo una dura lotta contro Il cancro. Icona di semplicità,  talento e passione la ricordiamo con il cult Grease che l’ha resa immortale e che ha fatto di lei e John Travolta una delle coppie più belle di tutti i tempi.

 

Grease Di Randal Kleiser con : John Travolta, Olivia Newton John 1978

Più di 40 anni dopo la sua uscita “Grease” continua ad affascinare e incuriosire nuovi “adepti” al mondo delle band Tbirds e Pink ladies.

Fenomeno pop, esplosione di colorati balli e di irresistibili canzoni, tripudio di sentimenti e ironica rivisitazione della crisi adolescenziale ;

tante le definizioni per questo “brillante “ musical” stile anni ’50 che, coi personaggi e la storia d’amore tra Danny e Sandy, ha consegnato John Travolta e Olivia Newton John (all’epoca innamorati sul serio) alla leggenda.

Un impatto incancellabile quello che il film ebbe alla sua uscita, per l’ardire di determinate situazioni e di tematiche moderne affrontate nei dialoghi, per la caratterizzazione dei vari personaggi ( celebre anche la coppia Rizzo e Keniki , emblemi di una nuova consapevolezza sessuale), e per il romanticismo e l’energia sprigionate dalle famosissime e bellissime canzoni del film: da “Grease lightinin“ a “Look at me, I’m Sandra Dee”, da “Summer nights” a “Hopelessly devoted to you” ecc..

L’inno di Rydell (la scuola che frequentano i ragazzi), l’officina dove si riuniscono i Tbirds, il pigiama party delle ragazze, le sequenze della gara di ballo fino alla scena finale del ballo corale al Luna Park sono un vivace tripudio e un inno ai momenti felici di un’ adolescenza che vive di attimi, di estati calde e indimenticabili, di colori sgargianti e di zucchero filato, di parrucche e abiti color pastello, di falò gioiosi e di cinema all’aperto.

Il sentimento che domina nel film è una “tormentata spensieratezza” che si colora in un istante di una irrefrenabile gioia e di un altrettanto potente irrefrenabile malinconia che non giunge però mai ad una reale o potente drammaticità; perché quello che il film deve trasmettere è la leggerezza di anni in cui ogni cosa assume i contorni di una forte conflittualità ma anche di una felicità fuggevole ma piena.

I conflitti sono quelli leggeri legati ad una sessualità non ancora espressa, ad un futuro professionale incerto, o ad una impostazione forzata (tipicamente adolescenziale) di un “personaggio” da indossare come maschera che possa mimetizzare un eccesso di sentimentalismo.

E’ interessante notare come il “gioco delle parti” si capovolga nel finale dove Sandy sembra adeguarsi a delle apparenti esigenze di cambiamento da parte di Danny che invece “retrocede” volutamente di ruolo e carisma , indossando gli abiti di una semplicità forzata pur di riavere la sua ragazza.

Il merito della leggerezza sta sicuramente nei toni adottati dal film che resta sempre sospeso sul ciglio di una favola moderna dove la principessa dolce e timida non può non innamorasi del principe rubacuori lanciandosi insieme in una canterina opera seduttiva.

Il contorno sono gli amici, i flirts passeggeri, le macchine brillanti di vernice rossa, gli scherzi goliardici e le “parcheggiate notturne” nei drive in anni ’50.

Tra un frappè e l’altro, una lettera d’amore e un drammatico foro all’orecchio Sandy e Danny si ameranno e si lasceranno fino a ricongiungersi nel famoso ballo finale a suon di giacche di pelle e pantaloni neri strech .

La maturità è giunta e la scuola finisce mentre gli amici si lanciano in un arrivederci che profuma in realtà di un nostalgico Addio all’infanzia;

In fondo si tratta di magia, la magia del Musical a farla da padrona in questa love story, quel musical che il grande Frank Sinatra, con una sintesi che si direbbe perfetta , definiva così:

“ Lui e lei litigano, poi ballando e cantando fanno la pace”.

Sandra Orlando

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