“Si può e si deve restare fedeli alla passione che ci possiede, anche se questo significa distruggere la propria felicità e quella degli altri?”
Le Braci, Sàndor Màrai
Sembra facile dare una risposta a tale quesito, ma quando si è vinti dalla passione amorosa, tutto ciò che appare scontato, di fatto dimostra di non esserlo.
La passione amorosa intesa come sentimento impetuoso si serve del desiderio erotico per fissare solide radici nel cuore e nell’anima degli uomini.
Ma ipotizzando che la “cupiditas amandi” nasca come bisogno, esigenza, cosa si propone di realizzare e a quali richieste dovrebbe dare risposte?
Il bisogno è il campanello d’allarme di qualcosa di più profondo che si riconduce ad un’esigenza intima della persona, probabilmente ad uno stimolo naturale, la risposta ad una mancanza, un’incompletezza che cerca una via di risoluzione.
Le mancanze non tardano a farsi sentire poichè generano una sorta di penuria di energia.
Questa apnea sembra essere un buon motivo per desiderare…
Il desiderio è disarmato e disarmante, non ha filtri, è in balia delle sue pulsioni, ma è una fragilità combattiva, operosa, disposta a mettersi in gioco, a superare tutti gli ostacoli.
È egoista… il desiderio, pensa solo a farsi strada, a volte anche sgomitando, cammina con gli occhi rivolti verso l’obiettivo prefissato.
Ogni essere umano ha bisogno perchè desidera e desidera perchè ha bisogno.
Fatte queste premesse, ci chiediamo se la passione ci concederà un momento di riflessione oppure la ragione verrà destabilizzata da questa forza cieca che si subordina al desiderio, non riuscendo ad opporsi ad esso?
Sarà mai possibile che pur di inseguire una passione, pur di rimanere fedeli a se stessi si possa arrivare ad essere irrispettosi?
Piera Messinese
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