Eco Ansia

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Nella letteratura scientifica, l’eco-ansia è stata definita come “la sensazione generalizzata che le basi ecologiche dell’esistenza siano in procinto di crollare” (Albrecht, 2019).

Nonostante alcuni studiosi sottolineino che l’eco-ansia non sia ancora considerata come un riconosciuto disturbo d’ansia, ma piuttosto una reazione comprensibile alla gravità della crisi ecologica, evidenti sono i casi in cui l’eco-ansia è così forte, specie nei più giovani, che risulta necessario un supporto per la salute mentale, sebbene quindi l’eco-ansia non sia attualmente considerata una condizione medica (l’APA l’ha definita una “paura cronica del destino ambientale”).

Gli effetti della eco-ansia

Esiste un’ampia gamma di condizioni individuali con cui può essere espressa tale paura.

Un esempio specifico, chiamato solastalgia, deriva dai danni che il cambiamento climatico produce sui luoghi cari a una persona: il concetto è stato coniato dal filosofo ambientale australiano Glenn Albrecht per descrivere la nostalgia che una persona può provare se i dintorni della propria casa vengono danneggiati o distrutti.

I sintomi della solastalgia possono essere sia a breve che a lungo termine, acuti e cronici, evidenziando lo stretto rapporto tra salute dell’ecosistema e salute umana. Includono sentimenti di dolore, nostalgia, stress, alienazione, depressione, ansia, senso di perdita, disturbi del sonno, pulsioni suicide e aumento dell’aggressività e possono essere spesso duraturi.

Alcune persone hanno episodi quotidiani di dolore e disperazione, altre esibiscono attacchi di panico improvvisi, mentre altre ancora hanno persino preso in considerazione la possibilità di non avere figli perché credono che potrebbe non essere etico a causa della futura qualità della vita.

Io soffro di eco-ansia, lei non ha paura per i suoi nipoti?”.

È questa la domanda che ha fatto commuovere il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Gliel’ha posta una ragazza di nome Giorgia, durante l’incontro al Giffoni Film Fest.

Il Ministro ha risposto a vari quesiti sul cambiamento climatico, ma non è riuscito a trattenere le lacrime quando la giovane – anche lei commossa – ha confessato:

Le confesso, Ministro, che ho molta paura per il mio futuro. Io personalmente soffro di eco-ansia e alle volte penso che io non ho un futuro. Perché la mia terra brucia. In questi giorni in Sicilia sta bruciando tutto. E io non so se voglio avere figli, ministro. E quindi la mia domanda è, dato che voi parlate di 2030 e di 2050, obiettivi che sinceramente sento lontani: lei non ha paura per i suoi figli, per i suoi nipoti?

Grazie davvero”, ha risposto il Ministro, che è anche nonno. Poi, commuovendosi a sua volta, ha aggiunto: “Io ho la forza del dubbio. E lo dico sinceramente. Ma abbiamo un dovere. Ho io il dovere della carica che ricopro, ho il dovere verso di voi, ho il dovere verso i miei nipoti”.

D’altronde le notizie dalla Sicilia, devastata dal fuoco, sembrano tratte da una serie distopica: Catania con alcuni quartieri senza acqua e senza luce elettrica per tre giorni, Palermo in black out, il tempio di Agrigento annerito dal fumo. L’Italia intera divisa tra fuoco e acqua: mentre Milano finisce nell’occhio di una tromba d’aria tropicale, due regioni lamentano feriti da colpi di grandine e vicino Monza un vero e proprio fiume di ghiaccio attraversa le eleganti vie del centro.

I toni di certe eco-ansie suonano ultimativi, ma quello che sta accadendo in Sicilia (e non solo, vedi Rodi in Grecia) è davvero fuori da ogni capacità narrativa.

E poi esiste la responsabilità della stampa, dei media, delle TV, che sul tema fanno vero e proprio terrorismo…

Ricordo da piccolo mia mamma per farmi stare buono, mi diceve “fai il bravo se no viene il paponno (l’uomo nero)” e io rimanevo terrorizzato al punto che bastava l’ombra che una lingua di fuoco proiettava sulle pareti della mia cameretta dal camino acceso, che “andavo in PaponnAnsia”.

Inutile martellare solamente e continuamente su queste notizie negative senza  contrappesi positivi…certamente occorre fare presto…molto presto!

La TV ed i media “facciano i seri”… ed anche la politica…qualcuno ha criticato il Governo italiano per l’atteggiamento prudente nella richiesta ed utilizzo dei fondi del PNRR specie destinati al dissesto idrogeologico e all’ambiente.

Ma costoro riescono lontanamente ad immaginare che impatto ha fare la differenziata a Pietragalla (piccolo paesino della Basilicata) quando nelle grandi città della Cina, India, USA, ecc…milioni di persone buttano porcherie ovunque?

Il tema è GLOBALE…e la politica ha il dovere di non sfruttarlo per stupide finalità elettorali.

Lasciando perdere quel, a mio avviso “molto creativo scienziato” che ha pensato di “impolverare l’atmosfera” per fare ombra ed abbassare la temperatura sulla Terra, vogliamo anche parlare di cose un poco più serie e positive?

Ne cito una sola a caso…produrre freddo dal sole: il nuovo dispositivo per il raffrescamento ambientale del Politecnico di TO.

Il team di ricerca ha ideato un dispositivo in grado di generare un effetto di raffrescamento senza l’utilizzo di energia elettrica. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.

Come negli apparecchi di raffrescamento classici, anche questa nuova tecnologia diminuisce la temperatura di un ambiente sfruttando l’evaporazione di un liquido utilizzando semplice acqua e comune sale invece di composti chimici potenzialmente dannosi per l’ambiente.

Invece di fare terrorismo mediatico fine a se stesso, di fatto invalidando una intera generazione di ragazze e ragazzi, possiamo anche raccontare loro che molti stanno lavorando sodo per produrre soluzioni eco in grado di ridurre il riscaldamento globale?

E vogliamo anche dire che da qualche parte molti stanno lavorando a “enormi frigoriferi” in grado di raffrescare volumi importanti recuperando poi il calore emesso da. utilizzare in “oggetti chiamati chiller ad assorbimento”, ovvero dispositivi che consentono di ottenere acqua refrigerata a partire dal calore?

Vogliamo per esempio spiegare che un banale frigo piuttosto che un condizionatore che abbiamo in casa, di fatto, raffreddano uno spazio “pompandone il calore interno” che poi “gettano di fuori dell’ambiente?

E vogliamo per esempio spiegare che quel calore “non è spazzatura” ma che potrebbe essere utilmente riutilizzato per esempio tramite “mini chiller” domestici oppure riscaldando acqua il cui vapore, come accadeva nelle vecchie locomotive a vapore, può azionare ventilatori piuttosto che ruote sui binari?

Vogliamo spiegare che le soluzioni esistono e che il tema vero è portare prima possibile queste soluzioni dalla casetta del mio paese lucano alla casetta del lappone piuttosto che cinese?

Quale dovrebbe essere QUINDI, a mio avviso, il vero contributo della politica e dei media…quello di pretendere che queste soluzioni e tecnologie vengano al più presto rese disponibili nelle case di tutti…BASTA STERILE ECOTERRORISMO!

Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente:

Basta stragi al volante

4 COMMENTS

  1. Se non siamo nemmeno capaci di imporre a tutti di fare la differenziata tutte quelle belle cose che hai scritto saranno fattibili tra qualche centinaio di anni e forse più. Dire alla gente che il sole può raffreddare l’ ambiente o qualcosa di simile mi sembra un po’ eccessivo. Proviamo a costringerli a prendere coscienza del problema e fare capire che la facile soluzione non lo risolve ma altri sono i doveri che dovremmo affrontare ma i doveri sono un tasto dolente per gli italiani. Buona giornata.

    • Caro Francesco come ovvio non si può non essere d’accordo con te ma appena si accende la TV altro non si sente che parlare SOLO di disastri … ovvio il problema è serio e di certo NON BASTA insegnare agli italiani a fare la DIFFERENZIATA PERFETTA quando poi in India, in Cina … milioni e milioni di persone inquinano in modo irrefrenabile ed incontrollato. Però dobbiamo anche evitare di crescere dei ragazzi “psicologicamente malandati” quindi cosa utile sarebbe fare la cronaca di un problema ma raccontare anche di ciò che nel Mondo intero tanti stanno studiano per come risolverlo.

  2. Hai ragione ma cominciamo ad affrontare il problema a casa nostra altrimenti vince la rassegnazione

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