“Noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.”
Pierre Teilhard De Chardin
Nel film “Il Paradiso può attendere” il protagonista, un giocatore di baseball che deve disputare una partita importante, muore in un incidente stradale.
Giunto all’entrata del mondo delle anime, ben sapendo che non è più nella condizione umana, chiede all’entità suprema di rimandarlo sulla terra per poter portare alla vittoria la propria squadra.
Quanto chiesto gli viene concesso e lui porta a compimento la sua opera per poi recarsi nel regno dell’Ade.
Il film è un racconto allegorico che ci rimanda alla reincarnazione, ha fatto nascere domande bizzarre nella mia mente.
Mi sono chiesta se effettivamente le missioni a cui siamo chiamati nella nostra esperienza terrena, siano in definitiva, una continuazione di progetti iniziati in vite precedenti e che vengono assolti nella forma materiale e fisica in cui siamo costretti per il nostro karma evolutivo.
La storia della gatta Cuoricina, che vi racconterò, pare confermare questa ipotesi: e se la gattina era giunta sulla terra per estrinsecare il suo amore verso gli altri esseri che aveva già espresso in forma umana?
Chi può dire con certezza che non si sia trattato di un’anima elevata costretta nel corpo di un un animale?
L’impellenza di determinate azioni forse derivano da una continuità di compiti derivante da vite precedenti.
In fondo, se vista in quest’ottica la vita si presenta come un grande incastro e bene e male trovano una possibile giustificazione.
Ed è proprio in quest’ottica che si pone la storia di Cuoricina, la gatta dottoressa.
Da pochi giorni una notizia riportata sui giornali sta commuovendo migliaia di persone.
È la notizia della morte della gattina Cuoricina, che ha vissuto per ben quindici anni davanti il P. S di Oglio Po.
Migliaia di persone hanno conosciuto Cuoricina e ne sono rimasti colpiti. Cosa faceva?
Niente o per meglio dire, tantissimo.
In tanti racconti di gente che si recava al P. S dell’ospedale, nei momenti più pesanti di attesa e molto tristi, lei restava con loro, lì vicino.
Cuoricina faceva compagnia e consolava.
Quando una persona soffre non sempre è possibile alleviare il suo dolore ma lei con la sua dolcezza, ci ha provato.
E come certe antiche leggende sui gatti narrano, oltre a dare conforto avrà accompagnato di sicuro molte anime nel passaggio verso l’aldilà, in special modo nell’ultimo anno e mezzo per via del Covid.
Alcuni raccontano che Cuoricina sia stata tutta la notte vicina ad una figlia che attendeva notizie del papà portato di corsa, mentre un’altra ha narrato come la gatta le sia stata intorno mentre attendeva di sapere gli esiti dell’esame della mamma, altri ancora raccontano di aver ricevuto fusa, o più semplicemente lei si addormentava su una sedia a rotelle posta al P. S. solo per fare compagnia.
È stata quindici anni accanto agli operatori del Pronto Soccorso.
E ha regalato affetto e calore a tutti.
Era arrivata una mattina di 15 anni fa dalla colonia che ha sede vicino ospedale, da quel giorno non è mai andata via accolta amorevolmente da tutti.
Nelle ultime settimane stava male, il veterinario chiamato, ha accertato che Cuoricina aveva poco da vivere, era tardi per intervenire, non si poteva più fare niente se non farla spegnere senza tanta sofferenza.
E così è stata accompagnata al di là del ponte dell’arcobaleno standole vicino e dandole amore e coccole come lei ha fatto per tanti anni.
Cuoricina è stata sepolta nel prato davanti il Pronto Soccorso.
Sulla sua tomba tanti fiori a ricordare l’amore provato per lei da tutti gli operatori e non solo.
Chi ama i gatti, sa quanto sono speciali questi piccoli esseri che sanno vedere al di là dello sguardo umano.
Sono esseri metafisici.
E sa quanto riescano a leggere nell’anima e a comprendere il dolore.
Ora mancherà non solo agli operatori ma anche a chi solea vederla sdraiata sulle macchine mediche o sul prato antistante l’ospedale.
Cuoricina mancherà loro, come manca una persona che ha fatto parte della loro vita 15 anni.
Lì ci sono prati per i nostri amici che possono correre e giocare insieme.
Speriamo con tutto il cuore che questo luogo esista e che un giorno potremmo riabbracciare i nostri amici pelosi che hanno condiviso con noi un pezzo di vita.
Angela Amendola
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