“Aveva un bavero color zafferano e la marsina color ciclamino, veniva a piedi da Lodi a Milano per incontrare la bella Gigogin”.
Non seppi, per lungo tempo, chi fosse a cantare questa vecchia canzone e non mi spiego come abbia fatto a riemergere, all’improvviso, dalle zone più sommerse ed assopite del misterioso universo delle rimembranze.
La intonava, gioiosamente, mia nonna Maria e lo faceva con un fil di voce.
A volte, le persone che non ci sono più ricorrono a sistemi davvero originali pur di farsi ricordare …
COME FOSSI UNA CANZONE
Ho un’immagine di te
che l’andar dei troppi
anni non scalfisce
né consuma.
Le attenzioni intermittenti
non ti resero più avara,
fui l’emblema della gioia,
benché fossi inadempiente.
Adoravi la mia mente
e le sue divagazioni,
io che seppi, quasi a stento,
accostarmi alla tua spalla.
Ma l’amore è dissennato,
non ha fede nel dettaglio,
generoso ed incurante
della reciprocità.
Oggi torni
ai miei ricordi
come fossi una canzone,
condannabile è l’oblio…
ma t’amavo tanto anch’io…
Maria Cristina Adragna
Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente: