Carlo Cassola “Una relazione “

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“Cercò di ricordare le sue ultime parole.

Gli aveva detto che era contenta così; che le bastava quello che aveva avuto.

Possibile che fosse davvero contenta?

Sì, era contenta, infatti gli sorrideva.

Giovanna era una ragazza straordinaria. E dire che la gente sparlava di lei.

Ma che ne sapeva la gente? Che ne sapeva anche lui, prima di averla conosciuta?

Per esempio: quando era andato a prenderla al treno, che ne sapeva prima?

Quello che sapevano gli altri. Ora invece… Ecco, era così: gli altri non ne sapevano niente.

Lui solo la conosceva, lui solo sapeva com’era. E provò un senso di felicità”.

Carlo Cassola “Una relazione”

“Una relazione” è un romanzo scritto da Carlo Cassola.
Da questo romanzo è stato tratto il film “L’amore ritrovato” con Stefano Accorsi e Maya Sansa, film molto bello che consiglio di vedere.

Di Cassola ho letto poco, solo 3 libri ma devo ammettere che questo l’ho trovato molto coinvolgente.

Ambientato in Toscana negli anni quaranta, Mario e Giovanna sono i protagonisti che vivono le loro vite in modo ordinario.

Lui, pendolare, sposato, ha un figlio e lavora in banca, lei fa la parrucchiera, ha poche ambizioni e accetta la sua vita quotidiana fatta a suo dire, nulla.

I due si riincontrano per caso e tra loro si riaccende la scintilla di una vecchia passione, che non si era mai spenta.

La passione della maturità lascia spazio ad un sentimento più adulto, più consapevole, fortemente malinconico.
La malinconia è il filo conduttore del romanzo, come vivere una vita che non dà soddisfazioni e il voler credere a tutti i costi in una relazione, in un amore che non potrà mai vedere la luce.

C’è la rassegnazione che convive con l’incapacità di rinunciare ad una passione di cui hanno fortemente bisogno.
Cassola racconta così di un sentimento vissuto sulla facilità di interpretare anche le più piccole smorfie sul viso di chi si ama.

Dobbiamo contentarci di quello che abbiamo avuto. Io me ne contento sai, Mario?”…

Ma con queste parole, Giovanna porrà fine alla storia lei che sembra così fragile, riesce a trovare nella consapevolezza di essere stata amata davvero, la forza di smettere di crederci.
Quando ci si dona completamente ad una persona in un momento della vita in cui non si è più leggeri, immaturi, quando la speranza lascia il posto alla razionalità si riesce a trovare la forza di arrendersi, conservando dei ricordi belli e concreti che possono curare ogni ferita.
Una storia realistica molto amara come la realtà può essere.

Trovo somiglianze con “Un amore” di Buzzati ma anche con “Non ti muovere” della Mazzantini.

Storie di sentimenti che nascono quando non ci si aspetta.

Mario che è solo in cerca di un’avventura che spezzi la sua routine quotidiana, invece si ritroverà in una girandola di sentimenti che proprio non si sognava di essere ancora in grado di provare.

Cassola parla di una relazione ragionata, non melensa, non un amore nevrotico, distruttivo.

Parla di due persone e del loro percorso che li porta a cambiare e maturare.

I momenti in cui Giovanna, che è a mio parere la vera protagonista del libro, sono dei flashback, quando è la giovane della riviera che bene o male è stata con molti uomini e infine, in un treno popolato lungo la stessa linea ferroviaria devastata dalla guerra, nel 1945 quando anni dopo i due si rincontrano.

Mario ha combattuto la guerra ed è tornato, Giovanna si è sposata felicemente con un uomo più giovane che è morto di una banale polmonite e dal quale ha avuto una figlia.

I due si riconoscono nel vagone affollato di un treno, nel quale Giovanna si mostrerà del tutto indifferente nei confronti dell’uomo di cui è stata l’amante anni prima.

Se Mario esce alla fine della loro storia poco segnato è perchè lui ci mette poco a tornare in pace con sé stesso.

Giovanna che l’ha amato tanto è perché capace di “sentimento” e non solo di “parole”, ma subirà una grande trasformazione proprio attraverso il dolore.

Nelle mie frequenti incursioni sul web alla ricerca di dipinti o fotografie d’autore mi sono imbattuta spesso in quadri di artisti che non conoscevo.

Uno di questi è Josef Lorusso.

I dipinti di Joseph Lorusso sono come dei veri e propri scatti fotografici che colgono gli amanti, le coppie in genere, in momenti di romantica intimità.

Le loro espressioni sono a volte felici, altre malinconiche o pensierose, come se qualcosa stesse sempre per accadere. Sono le espressioni che avrebbe una coppia qualsiasi, che avremmo tutti noi se fossimo guardati di nascosto in un attimo di tenerezza. In un attimo privato, con la persona che amiamo.

Pur rappresentando coppie in momenti intimi raramente troviamo amanti sdraiati su di un letto e, se questo accade, sono coppie che tranquillamente dormono strette uno all’altra.

Lorusso ritrae gli innamorati seduti in un bar, in macchina, su di un divano, mentre si guardano o si scambiano baci appassionati. Ecco, io accosterei al libro i dipinti di Lorusso per rappresentare l’amore dei due protagonisti.

Le immagini rappresentano opere di Joseph Lorusso.

Questo è il sito dell’autore: http://www.josephlorussofineart.com/

Angela Amendola

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