È un antico rito legato al periodo quaresimale, celebrato nei vicoli del quartiere San Teodoro, il più antico di Lamezia Terme in Calabria.
“A Corajisima” è una rudimentale bambola di pezza che il mercoledì delle Ceneri viene esposta fuori dalle abitazioni, sui balconi o sospese su un filo teso tra un’abitazione e l’altra.
La bambola è una signora anziana, spesso vestita di nero, con un limone con 7 piume, una cornacchia in una mano e un fuso con un filo nell’altra.
Essa rappresenta la Quaresima che piange in lutto per la morte del Carnevale.
Il filo vuole simboleggiare i 40 giorni di penitenza e di digiuno.
Il limone sarà privato di una piuma alla volta a partire dalla prima domenica di Quaresima fino a quella di Pasqua.
Esporre queste simboliche bambole significava dichiarare la propria adesione alle restrizioni penitenziali del periodo quaresimale.
“Memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris!”.
Ricordati uomo che polvere sei e in polvere ritornerai!.
Queste parole pronunciò Dio quando cacciò Adamo dall’Eden in seguito al peccato originale, condannandolo alla fatica del lavoro e alla morte!
Per cogliere “la grande bellezza di Dio” non bisogna fare altro che riconoscere con umiltà la propria natura precaria, debole, fragile, i limiti della vita terrena e vivere in funzione di quella divina.
Piera Messinese
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