Non affermo niente di nuovo se dico che abbiamo tutti paura di invecchiare.
E la paura e il timore aumentano se pensiamo che, oltre agli acciacchi dell’età, si può vivere la terza fase della vita in solitudine.
In passato per gli anziani, era normale vivere tutti insieme nelle case dei propri figli, con i nipoti.
Per le famiglie di oggi non è più possibile, sia per le abitazioni specie in città più piccole, sia perché i membri sono tutti più impegnati tra lavoro e figli da accompagnare e riprendere dalle varie attività pomeridiane che svolgono.
E così per gli anziani, specie per chi è rimasto vedovo, si profilano anni di solitudine. Si lasciano quindi nelle rsa, nelle case di cura per anziani, per avere compagnia ed essere seguiti dal punto di vista medico.
Gli anziani continuano in questo modo a frequentare coetanei e capita che si innamorano nuovamente.
Cercano un contatto con l’altro, perché innamorarsi a 60 anni o a 30 non fa differenza. Provano la stessa sensazione, la stessa gioia, la voglia di scambiarsi coccole ed effusioni come negli anni in cui erano giovani.
Vivere una relazione di coppia nella fase della terza età significa godere davvero del carpe diem, senza progetti . L’amore nella terza età, è dato da un approccio molto delicato, senza manifestazioni eclatanti ma venato di sfumature estremamente poetiche.
Infatti, in queste relazioni va considerato il valore che viene dato a gesti semplicissimi, come tenersi la mano o portare il caffè l’uno all’altra. Per gli anziani, possono risultare gesti tanto gratificanti da diventare di vitale importanza.
Questa è la storia di un grande amore durante la terza età, finito in maniera tragica. Nel marzo scorso, Anne Durand de Saint-André, ospite di una casa di riposo in Francia, si era rivolta ad un giornale, perché la sua permanenza provvisoria nella struttura dove si trovava, era finita ma lei rifiutava di abbandonare François, anche lui ospite della casa di riposo.
Le sue preghiere non sono state ascoltate. Anne ha dovuto lasciare la stanza che occupava a La Rochelle ma non ha sopportato la separazione e la lontananza dall’amato. Nel luglio scorso Anne, 83 anni, trasferita in un altro residence per anziani, si è tolta la vita con un sacchetto di plastica, e i familiari hanno ritrovato accanto al corpo decine di lettere in cui raccontava l’amore per l’uomo, di dieci anni più giovane.
La storia di Anne, solleva la questione dell’amore negli anziani, specie quando sono affidati alla tutela dei figli. Anne era un’artista e libraia con un carattere molto forte, legata alla sua indipendenza, che nell’autunno 2020 ha dovuto lasciare l’abitazione dove viveva, che si era allagata per un guasto alle tubature.
Dopo un breve soggiorno in albergo, la signora era stata accolta in un ospizio, dove all’inizio aveva faticato ad ambientarsi. Ma il suo atteggiamento è cambiato quando ha conosciuto Francoise.
Erano felici insieme e nei momenti in cui non erano da soli a coccolarsi, giocavano a carte, leggevano dei libri o passeggiavano in giardino godendo della natura loro intorno.
Nel momento in cui nasce un sentimento d’amore tra due ospiti di una casa di riposo, o anche fuori, va valorizzato perché l’amore sarà una fonte di benessere per entrambi. Non sempre però i figli si pongono in modo positivo di fronte all’amore dei genitori per un nuovo partner.
Perché non accettano di vedere un’altra persona al loro fianco, per loro è solo un sostituto del papà o della madre. Non pensano al bene e alla compagnia che possono avere i genitori da queste storie, li giudicano matti che alla loro età sentono la voglia di un legame amoroso.
Angela Amendola
Clicca sul link qui sotto per leggere il mio articolo precedente: