Nel 2014, in seguito ai bombardamenti avvenuti a Gaza, una foto destò un diffuso sentimento di tenerezza.
Una ragazzina fu immortalata da una macchina fotografica “sensibile”, mentre tentava di recuperare i suoi libri tra le macerie.
Sono trascorsi nove anni da quegli accadimenti e Gaza piange di nuovo.
O forse…
Non ha mai smesso di piangere…
SENZA NOME
Se solo potessi dar luce ai tuoi giorni
andresti ad intinger le mani nel cielo,
tu sogni una tregua, pregando che torni,
e un mondo cosparso di zucchero a velo.
Se ancora sapessi che gioia è la vita
un solo tuo passo parrebbe una danza,
così allevieresti ciascuna ferita,
oh bimba vestita di verde speranza.
Dei libri salvati divora le righe
cibandoti ancora di buona cultura,
se vuoi che somigli ad un campo di spighe
di questa esistenza tu abbi gran cura.
Che importa sapere che nome ti han dato
se tra le tue braccia dimora l’immenso?
A questo universo braccato dal fato
hai riconsegnato il mondo e il suo senso.
Maria Cristina Adragna