Sconsiderazione posticipata

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La narrazione non lascia dubbi, come uno spartiacque assegna due ruoli:

il mostro e la vittima…

Vero, verissimo, la debolezza dell’uomo agisce come detonatore della violenza; l’uomo vince ma la sua vittoria è puramente fisica.

Annientando il corpo si pensa di cancellare ogni traccia della persona, ma nella realtà tutto diventa una misera sconfitta, perché porta alla luce le ragioni di tale gesto.

Quello che viene fuori è l’incapacità di un confronto anche duro con  la donna.

La vittima vince, il carnefice si trasforma in nullità davanti gli occhi della ragione.

Da sempre esistono conflitti, tradimenti, perdita del bene, però una cosa è certa: la donna si è evoluta uscendo da un atavico senso di possessione malata.

L’uomo è rimasto ingabbiato dentro un pensiero che merita di essere formattato come un PC.

L’evoluzione di una società non si misura con il consumismo delle belle parole, ma con i comportamenti espressi ogni giorno.

La violenza che noi viviamo, è frutto di sfaccettature molteplici.

Mi dispiace affermare che interessi morali, di amor proprio, d’interessi di pochi ci catapultano fuori dalla realtà che falsamente costruiamo.

Forse resteremo sempre BARBABLU…

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