Molti sono i popoli ancora sconosciuti, persi nei meandri della storia, nascosti sotto la sabbia o addirittura coperti per sempre da nuovi edifici, e per puro caso, grazie alla curiosità e la pazienza che contraddistingue gli archeologi, ogni giorno, possiamo godere di nuove scoperte. Poco è ancora quello che conosciamo dei popoli precolombiani.
Molti di questi popoli, sono passati alla storia con nomi copiati dai toponimi di riferimento. Giusto per citarne qualcuno: i Moche, i Chavin, i Chimù, i Sican e gli Huaca Prieta.
Poco noto è anche che, il nome Incas è sbagliato. Questo sostantivo, infatti, non indicava il popolo ma il titolo del loro Imperatore. Il nome esatto era Tawantinsuyu.
Un popolo che mi ha colpito particolarmente è quello dei Moche. È recente la scoperta di piramidi mozze che stranamente, hanno attinenza con quelle egizie. I monumenti funebri hanno in comune, oltre alla forma, l’uso dell’imbalsamazione e il corredo funebre.
Nelle tombe, i resti femminili erano di mogli, madri e concubine, sacrificate solo per soddisfare i desideri sessuali del defunto. Non erano null’altro, se non corredo funebre.
Un popolo antichissimo. Mentre Roma fondava il suo impero, in Perù vivevano loro, i Moche. Erano uomini enigmatici e la loro religione era fondata sul sesso. Il loro nome non è certo, gli è stato attribuito dagli archeologi, poiché vivevano sul fiume Moche. Quindi civiltà Mochica. Vissero in Perù dall’anno 100 a.c. fino all’avvento di Carlo Magno, circa il 740d.c.
Una civiltà antichissima, quindi, precedente agli Incas e agli Aztechi. Erano agricoltori, guerrieri e marinai. Mentre le loro divinità, non erano impegnate a concedere miracoli ma a fare sesso che avrebbe dato vita a nuovi esseri umani.
Il museo di Lima espone, in una stanza vietata ai minori, molte statuette che mostrano scene di sesso esplicito e molto spinto. Addirittura accoppiamenti con animali e defunti, che creano un legame tra l’essere umano vivente e quello trapassato.
I Moche rappresentavano con le loro statuette anche scene di vita raccapriccianti, come quelle di sacerdoti che bevono sangue umano da coppe rituali.
Singolare è una statuetta, della quale colpisce e nello stesso tempo, esalta la crudeltà. Un uomo completamente nudo, legato forse ad un albero, in completa balìa degli avvoltoi che si scaraventano sugli occhi per cibarsene. Era questa la pena per chi aveva commesso i reati più gravi!
Sono sempre le ceramiche a descriverci le divinità della costa, il più delle volte zoomorfe. Il Dio Granchio, il Dio Volpe, il Dio Pesce e il più potente e crudele di tutti, il Dio Giaguaro detto anche Ai-Apaec.
Così stando le cose, il regime dei talebani, sarebbe stata solo una sala giochi.
I Moche usavano tatuarsi il corpo. Singolare è il ritrovamento della mummia della Señora de Cao, sul corpo sono ancora visibili i tatuaggi di duemila anni fa. Il corpo praticamente intatto, ha rivelato molti aspetti su questo strano popolo.
La mummia della Señora de Cao, rappresenta la parte più esplicativa data dallo straordinario stato di conservazione del corpo.
Alta, si fa per dire, solo 1,40 mt, era forse lei a decidere chi doveva vivere o morire?
Sembra di sì, questo è confermato dai disegni sulle pareti della sua tomba.
La Señora aveva fratelli, sorelle o altri figli? Se consideriamo che l’attività sessuale iniziava molto presto, appena le adolescenti potevano essere fecondate, allora direi di sì, la Señora aveva sicuramente altri figli, che l’ultimo parto che l’ha condotta a morte, non era sicuramente il primo.
Chi era il marito della Señora? Si trattava di una sacerdotessa, per cui, rispettando il ceto sociale, il marito doveva essere sicuramente di alto rango o addirittura, poteva essere uno dei tanti uomini di cui poteva disporre la donna, vista la sua posizione sociale? Quindi, non un compagno ben preciso ma diversi uomini occasionali.
Altra domanda: poteva essere quello il primo e unico figlio che era obbligata a mettere al mondo a cui lasciare in eredità il proprio potere?
Più avanti, approfondirò le notizie su questo argomento.
Ad un certo punto, su di loro cade un velo. Come mai si sono estinti? Le ipotesi sono due. Una è che si siano ibridati con i Maya, di loro si conosce il primo insediamento tra il 750 a.c. e il 500 a.c. in Mesoamerica.
Quindi distanti dal fiume Moche ma sappiamo anche che la civiltà Mochica era composta da abili navigatori.
L’altra ipotesi è che ci sia stato un Niño durato 30 anni e le temperature al limite, abbiamo reso gli uomini sterili.
Io aggiungerei una terza ipotesi, cioè che i Moche, per sfuggire al Niño, da civiltà stanziale, si spostarono alla ricerca di un posto più sicuro dove vivere e siano giunti, proprio dove vivevano i Maya e si sia creato un unico popolo.
Per cui, può essere che i Moche siano stati, se così si può dire, assorbiti dai Maya.
L’ultima città Maya cadde nel 1697.
Dietro i conquistadores, giunsero i missionari i quali, restarono scandalizzati dai costumi sessuali degli Yuncas. Dobbiamo ad un cappellano militare, rimasto anonimo, queste informazioni, secondo cui, le donne praticavano la sodomia con i loro mariti ma anche con altri uomini.
Questa notizia fu confermata alcuni decenni dopo, nel 1638, da un padre agostiniano, Antonio De La Calancha, autore di una cronaca che precisava: “Oggi molti celano il vizio sotto il velo del matrimonio e, a causa di questa forma di sensualità, ostacolano la procreazione di essere umani.”
Con l’arrivo dei cattolici, le divinità colombiane furono riciclate in chiave cristiana. Molte di loro divennero dolcissimi angeli in preghiera. Un esempio valido è quello dell’Arcangelo Gabriele, che si evince da un dipinto peruviano, riprende infatti, l’iconografia delle divinità andine.