I morsi della fame
ti scavano dentro
partendo dallo stomaco.
Poi ti annebbiano i sensi
indeboliscono le gambe
e tolgono il fiato.
Mi sento così
ogni volta che mi manchi.
Mi fa male tutto
a partire dall’anima.
Come un inquietudine
che prima ti serpeggia dentro
e poi appena prende forma
urla il tuo nome.
Come una speranza
che appare e poi
si dissolve come nebbia.
Come una conchiglia
che ha smarrito la sua casa.
Così mi fai sentire
quando non ci sei.
E ti bramo
come acqua nel deserto.
Come se il mio sangue
avesse bisogno delle tue dita
per farmi sentire vivo.
Come se senza i tuoi occhi
fossi un cieco
che vaga sperduto.
Come se non sussurri
nelle mie orecchie
il mio nome
io non esistessi…
Maurizio Gimigliano © Copyright 2020